Sfogliando le pagine del secolo appena trascorso si potrebbe dire che la storia dell’arte si è svolta più nel silenzio che nel clamore. Tanti infatti sono i personaggi che hanno lavorato assidui e ligi al mestiere, sorretti da un grande impegno e da un altrettanto grande talento.
Ermanno Toschi è uno di loro schivo e mite di carattere, ma incline all’amicizia e alla collaborazione di validissimi colleghi con i quali condivise il fervido clima dei primi decenni del ‘900, nonché apprezzato da maestri come Lorenzo Viani, che lo invitò ad esporre al Kursaal di Viareggio.
La sua pittura intensa, fatta di toni intimi e raccolti, ma anche i disegni, di splendida efficacia, suggeriscono una semplicità ed una ricchezza che sono proiezione dell’anima. Nei bellissimi ritratti, nelle maternità e nei nudi, come nei paesaggi, la morbidezza del tessuto cromatico riflette sempre un’atmosfera familiare, soffusa di malinconia e di affetti, di attenzione e di amore per la vita, per i suoi valori, per le persone, per le cose, per i ricordi. Una delicata poesia che segue lo scorrere del tempo, nella verità e nella tenerezza di immagini piene di umanità, palpitanti di sentimenti e di emozioni.
Nelle opere di Ermanno Toschi si avverte una serenità che proviene dalla fede, ma anche un filo di inquietudine, di insoddisfazione, “poiché - affermava - l’arte per me è una passione che fa soffrire e una meta difficilmente raggiungibile”. Questo lo portò ad indagare le potenzialità espressive della materia mediante l’uso di rena, polveri di marmo, cemento, stesi sulla tela o mescolati al colore che preparava lui stesso, sfruttando la sapienza tecnica derivante del suo prezioso lavoro nel campo dell’affresco e del restauro. Sapere e amore che ha sempre trasmesso a chi gli stava accanto, come il figlio Paolo.
GABRIELLA GENTILINI
dal catalogo della mostra “Atmosfere familiari”, Firenzeart Gallery, Firenze, gennaio-febbraio 2002.
Firenzeart Gallery, Firenze, "Atmosfere familiari", a cura di GABRIELLA GENTILINI, gennaio-febbraio 2002.