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Claudio da Firenze

Sono nato a Firenze, qui sono cresciuto e mi sono formato, ho frequentato la scuola elementare e l'Istituto d'Arte di Firenze. I ricordi della mia infanzia non sono deludenti, ma neanche esaltanti.

Mio padre viveva in un mondo completamente diverso da quello della gente comune; e forse per questo che era difficile capirlo: la sua pittura, l'arte erano il primo e unico amore e non si lasciava quasi mai coinvolgere in sentimentalismi e manifestazioni emotive; uomo duro, non molto amante delle pubbliche relazioni, però grande artista. Al contrario, mia madre, era molto emotiva e passionale, alla ricerca di affetto, di una parola dolce, di una carezza, tutte cose che non riusciva sempre ad ottenere da mio padre, ed allora riempiva questi vuoti affettivi riversando su di me tutto il suo amore materno.

Ricordo che, nei primi anni in qui abitavamo a Firenze, mio padre lavorava a quel tempo come litografo bozzettista, poiché non era facile vivere con la sola pittura, e lo svolgeva nel modo migliore, tanto che era considerato fra i migliori in Italia, ma nella pittura esprimeva il meglio di se stesso. Sono sempre stato incuriosito dalla sua arte e dalla sua bravura, mi ricordo che da bambino trascorrevo ore in un angolo dello studio ad osservare quelle mani che creavano dal nulla.

Anch'io avevo la passione del disegno e amavo i colori, così mi divertivo facendo degli schizzi su ogni foglio che mi capitava fra le mani; lui diceva che ero bravo che avevo una predisposizione artistica, ma nonostante questo, nessuno di noi pensava che in futuro avrei intrapreso questa strada. Mia madre, intenta com'era ad accudire alla casa non aveva molto tempo da dedicarmi, tuttavia ha sempre alimentato questa mia passione che si era manifestata sin dai primi anni di scuola. Ricordo che i miei disegni venivano esposti nell'istituto con mio grande orgoglio; purtroppo però questo fatto suscitava parecchie gelosie nei miei compagni.

Avevo solo otto anni quando partecipai ad una mostra collettiva a Portoferraio (Isola d'Elba) dove fui premiato con una cassetta di colori dai pittori Renato Natali e Cafiero Filippelli (artisti di rilievo e molto conosciuti in Italia, entrambi scomparsi diversi anni fa). Il primo anno d'Istituto d'Arte fu per me una buona e utile esperienza, mi dette la possibilità di apprendere nozioni sulla prospettiva, sul colore, sulla tecnica in genere. Lasciai la scuola per impiegarmi come disegnatore pubblicitario presso una ditta di Prato (Firenze) dove ebbi modo di apprendere molte altre cose che sarebbero risultate utili nella pittura.

A ventidue anni mi trasferii per un certo periodo di tempo vicino Vienna dove, per vivere facevo i lavori più disparati. Nel periodo estivo però mi recavo all'Isola d'Elba terra ricca di soggetti pittorici; andavo in campagna, nella caratteristica Capoliveri, a M. Marina, nella stessa Portoferraio; ero pieno d'entusiasmo, perché vedevo che riuscivo a riportare con facilità sulla tela i caldi colori della natura.
La prima persona e amico ad incoraggiarmi ed a vendermi i primi quadretti, fu Rolando Checcucci, collezionista e amante dell'arte, in seguito un mercante di mio padre, Mario Morgantini, si interessò alla mia pittura tanto che iniziò con esso prima e con il figlio Sergio dopo, un lungo periodo di lavoro e fu allora che si presentò la necessità di firmare i miei dipinti con uno pseudonimo, e così mio padre mi suggerì di firmare Claudio da Firenze.

Iniziai ad esporre in varie collettive a Firenze a Livorno e a Milano con il Gruppo Artisti Elbani fondato da mio padre nel 1946. Necessitavo però approfondire dal vero la tecnica ed il colore per questo mi recavo all'Isola d'Elba dove assieme a mio padre dipingevo attingendo da lui i più grossi insegnamenti.
Nel 1969 fui invitato da una famiglia inglese, conosciuta in Italia, a recarmi nella loro città (Sheffield) per dipingere la campagna circostante. La mia permanenza in Inghilterra si protrasse più del previsto ed ebbi così modo di ritornare in Italia con una discreta produzione. Mostrai ad un gallerista di Firenze, Marcello Pieraccini: tutti i dipinti, ne rimase entusiasta, tanto che mi organizzò una personale alla Saletta Gonnelìi di Firenze. L'esito della mostra fu positivo e con mio grande stupore tutte le opere esposte furono vendute. In quella occasione il critico d'arte Mario Borgiotti mi scrisse una lodevole nota: era il 1970. L'anno seguente mi ripresentai nella stessa galleria e questa volta fu Piero Caprile a scrivermi un pezzo critico molto arguto. Ero pieno di entusiasmo e volevo continuare questo mio lavoro per provare a me stesso di aver intrapreso la strada giusta. Continuai quindi a lavorare e un nuovo mercante di Firenze mi organizzò una mostra a Chianciano terme ottenendo positivi consensi da parte del pubblico e dei critici.

Nel 1973 Marcello Pieraccini mi volle nella sua galleria (Galleria Guelfa) fu un altro successo così che il mio rapporto di lavoro con lui continuò per qualche anno. Iniziai ad accusare segni di stanchezza per il troppo lavoro, non sopportavo più il mio studio e tutto ciò che lo circondava, avevo bisogno di riposo e di evadere per un po' di tempo, star lontano da tutto e da tutti, così decisi di viaggiare un pò. Girovagai in qua e in la per l'Europa visitando amici e città. Questo lungo periodo di inattività mi dette modo di ricaricarmi e di riprendere il mio lavoro, così tornai nella mia città, ripresi i contatti con i miei mercanti, e ricominciai a dipingere. Armando Masini proprietario della galleria Cavour di Firenze mi propose una mostra che inaugurai verso la metà del 1976. Il Natale dello stesso anno lo trascorsi in Austria e nel frattempo preparai un certo numero di dipinti per una nuova mostra da tenersi a Bologna nel gennaio del 1977. Tornai in tempo per organizzare la stessa alla galleria S. Paolo; questa volta non fu un successo forse perché la cosa era stata preparata troppo in fretta e senza un minimo di propaganda in quella città che ancora non mi conosceva. Nel 1977 il mio mercante d'arte, Raffaello Scarselli, mi allestì una personale alla galleria Cancelli, dove ancora una volta incontrai il favore del pubblico.

L'anno dopo, visto il successo ottenuto, il signor Scarselli si impegnò ad organizzare una nuova personale alla galleria La Perla fra i quadri esposti alcuni erano dipinti a spatola, ma questa mia nuova tecnica non fu molto bene accolta. Nel maggio del 1978 morì improvvisamente mia madre; fu un grande dolore poiché con lei mi sembrava di aver perso una parte di me stesso, la sua perdita influì molto sul mio lavoro e sul morale. Nell'aprile del 1979 organizzai una personale alla galleria Taverna Brotto di Treviso; ero un po' scettico riguardo alla buona riuscita della mostra anche perché in Veneto non ero ancora conosciuto, ma fortunatamente anche qui la mia pittura incontrò il favore del pubblico. A quel punto desideravo esporre anche all'Isola d'Elba poiché mi sembrava di avere degli obblighi verso quegli Elbani che in precedenza mi avevano acquistato molti dipinti, e così nel periodo estivo del 1980 feci una mostra alla galleria la Soffitta di Portoferraio. Mio padre dopo essere venuto all'inaugurazione mi suggerì di fare una personale nella sua città natale: Livorno.

Così nel maggio del 1981 esposi alla galleria Athena e con mia sorpresa critici e collezionisti del luogo apprezzarono molto la mia pittura. Per i successivi due anni non feci più mostre dedicandomi totalmente a dipingere per i miei commercianti. Avevo però nuovamente la necessità di evadere un po', di conoscere nuovi luoghi di natura completamente diversa dalla nostra, decisi cosí di recarmi in una splendida isola dell'oceano Indiano: Sri Lanka. Qui trovai una forsa di colori, di poesia, di luce, tutte cose che mi stimolarono nuovamente a dipingere, tanto che mi ci trattenni per tre mesi. Con questa produzione di quadri feci una mostra a Firenze alla galleria Cimabue, e nonostante la diversità del paesaggio e dei colori, furono venduti molti dipinti, e trovai il favore del pubblico. Nel 1983, verso maggio, ottenni un nuovo successo molto importante ad una mia personale alla galleria Arteuropa di Firenze. L'anno dopo ebbi lìopportunità di conoscere a Roma Silvio Omiccioli, fu entusiasta della mia pittura tanto é che m'invito ad esporre nella sua galleria Bottega di Emilio, buono l'esito della mostra. Nel gennaio del 1988 mi recai in Spagna (Costa Brava) come turista, e ne rimasi affascinato tanto ché decisi di stabilirmici, cominciai a dipingere dal vero i vari soggetti della Costa Brava. Nel frattempo la galleria Esedra di Roma mi invitò ad allestire una mostra, dove ricossi un buon successo: era il maggio del 1988. Ritornai in Spagna e finalmente nel giugno del 1989 il comune di Lloret de Mar mi dette la possibilità di esporre al Centro Culturale Verdaguer, dove ebbi una buona critica dai vari amanti dell'arte.

Dopo l'esperienza in Spagna sono tornato in Italia e mi sono stabilito a Prato dove nel 1991 esposi alla Galleria Ballerini con 30 dipinti di soggettistica prevalentemente spagnola riscuotendo un ottimo successo. Nei tre anni seguenti ho partecipato a numerose collettive in Italia e all'estero. Nel 1994 ho esposto con una personale al Museo Archeologico di Portoferraio (Isola d'Elba) presentando opere raffiguranti la splendida paesaggistica isolana. Nell'estate 1995 ho avuto modo di conoscere un gallerista di Lugano con il quale ho stabilito ottimi rapporti di lavoro tantè che lo stesso mi ha organizzato una personale nel 1996 alla Galleria Jansonius di Lugano e nell'estate dello stesso anno un'altra personale ad Ascona con esito positivo. Nel gennaio 1997 sono approdato a New York. La Benedetty Gallery mi ha allestito una personale, la mostra ha avuto così tanto successo che il gallerista ha dovuto prolungarla per due mesi. Nello stesso anno, nel mese di Novembre, la Galleria Access di Statem Island mi ha proposto di esporre in una personale con la collaborazione dell'emittente televisiva Channel 24 per un servizio propagandistico di 45 giorni. Nel 1998 (Luglio-Agosto) Claudio da Firenze parteciperà alla Fiera dell'arte di Los Angeles a Laguna Beach (partecipazione di 140 pittori provenienti da tutto il mondo).

Attualmente Claudio da Firenze vive e opera a Portoferraio nella sua amata isola.

Claudio Domenici
Loc. Forte Falcone 51031 Portoferraio (LI) - Italia
Tel. 0330/619393

250 Otis Avenue Statem Island -
New York (USA) 001-718-3519104

RECENSIONI CRITICHE E PRESENTAZIONI

Se la tradizione costituisce un'insopprimibile realtá nel cui ambito possono fiorire personalità artistiche assai differenti, il modo con cui il giovane Claudio da Firenze attinge ad essa é senz'altro interessante e si presta a considerazioni particolari. Vi é infatti una duplice forma di inserimento nel fecondo itinerario di una tradizione pittorica: da un lato si determina una continua ed assidua rielaborazione dei motivi, delle forme, del linguaggio espressivo, mentre dall'altro si verifica una sapiente integrazione defl'eredità precedente con gli elementi che ogni artista veramente autentico scopre dentro di sé, come propria ricchezza interiore e che avverte come urgenza da esprimere con i propri mezzi. Per questo, le visioni, le scene, i paesaggi di Claudio da Firenze, pur innestandosi nella scia della pittura labronica in cui rivivono gli echi inconfondibili dell'arte macchiaiola toscana ereditata dal padre, Carlo Domenici, rivelano un'impronta fresca e nuova, nefl'esigenza del pittore di trovare se stesso e la propria vera fisionomia d'artista. Gli impasti tonali esprimono abilmente il valore delle cose viste su piani differenti creando un efficace gioco di contrapposizione tra le varie "macchie" in cui sono rappresentati gli oggetti. Acque, alberi, figure, scorci di paesi e prospettive cittadine si offrono in rapide sintesi efficaci in cui sono ravvisabili gli elementi di un'autorevole tradizione figurativa. Il taglio del quadro, il rapporto dei toni cromatici, la stessa costruzione dei dipinti, di riconoscere il sicuro istinto pittorico di Claudio da Firenze. Le sue espressioni sono aperte ad ulteriori approfondimenti ed a nuove ricerche, verso quella forma di realizzazione ideale che è il significato ultimo di tutte le gioie dell'arte.
Mario Borgiotti

E' assai raro incontrare un giovane, nel clima contaminato di oggi, che voglia educare le proprie qualità ittoriche secondo i principi di un nap turale realismo, quale proviene dall'affresco della creazione. Ebbene questo giovane, Claudio da Firenze, è rigioniero del suo particolare tempep ramento: ama la vita serena, contemplativa e vi si accosta con infinita nostalgia, e nella poetica dei colori scandisce vigorosi argomentidi affetto: campagne, bovi al lavoro, marine, nature morte. E riconosce -altra notevole qualitat'- con rispettoso entusiasmo che la particolare attitudine pittorica, divenuta ortnai pensiero maturato, proviene da un insegnamento molto vicino, infuútamente caro nel ricordo, quello del padre: Carlo Domenici, una misura, la sua arte, originata, dalla profonda contemplazione, dalla serena iquietudine, dal perversare in una storia, in particolare del movimento macchiaiolo, di cui Carlo Domenici è un eroic.o epigone, qualità che gli hanno attribuito il massú-no grado in arte: Maestro. E Claudio da Firenze muove su due principi: il "vero", inderogabile testimonianza dalla massima validità estetica, e il "padre" guida di forza e di dolcezza per questo suo sicuro cammino, molto serenamente intrapreso. Nato a Firenze, Claudio, ma di spirito labronico, possiede il temperamento dei due centri toscani, sebbene di ugual latitudine diversi nelle timbrature. C'è, infatti, nei suoi quadri una saporosa paesaggistica fiorentina, battuta e complessa di realismo, ma l'atmosfera di essi è labronica, nel movimento dei cieli, nelle evolventi e stagionali cadenze collinari e di pianure, di lavoro nei campi e la brillante pioggia di sole che allarga i orizzonte: effettivo rapporto di campagna Evomese. Queste due città, con il loro contado, provocano in Claudio da Firenze un equilibrio artistico, sillabato su principi di squillante tonalità, nell'arco di una tematica quasi maremmana. Tutto questo è presente in Claudio da Firenze che nonostante la giovane esperienza -è d'obbligo ripetere- si accosta alla Natura con il batticuore e rimane al figurativismo casalingo, quello che profuma di pane agreste: l'autentica pagina della creatività.
Piero Caprile

Di spirito labronico, figlio d’arte, ha seguito la lezione del padre, pittore tra i maggiori esponenti della pittura postmacchiaiola.
La sincera rappresentazione della sua terra, improntata al realismo dal vero, è intessuta di una poetica contemplativa esaltata dalla serenità dei colori e dalla solarità della luce e, insieme, da un’intensa partecipazione alla vita quotidiana. Una pittura legata alla tradizione ma animata da un tocco personale e moderno.
Gabriella Gentilini

Opere di Claudio da Firenze (48)

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