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Salvatore Magazzini è nato il 28 Febbraio 1955 a Pistoia, dove vive e lavora.
• Espone dal 1969, è presente in importanti collezioni estere: Svizzera, Francia, Stati Uniti, Germania, Giappone e Marocco, Colombia.
• Dal 1991 è inserito nel catalogo internazionale di grafica "PRANDI" di Reggio Emilia e nelle piu' importanti aste italiane:
Pace Milano,
Pananti Firenze,
Fidesarte Venezia
Finarte, Milano
Finarte, Roma
Farsetti, Prato
Meeting art, Vercelli
Pandolfini, Firenze.
• Dal 1994 è presente all' "ARTE FIERA" di Bologna ( nel 1995 con una sala personale).
• Nel 1998 mostra antologica a PALAZZO COMUNALE di Pistoia.
• La RAI ha dedicato all'artista quattro servizi sulla sua opera.
• Tra i maggiori critici che hanno scritto su di lui citiamo:
Pier Carlo Santini, Mauro Innocenti, Alberico Sala, Edoardo Bianchini, Tommaso Paloscia, Omar Calabrese, Mario Luzi, Riccardo Soldani, Antonio Del Guercio, Gabriella Gentilini.
• Di notevole interesse anche l'attività scultorea (iniziata nel 1969),
specialmente quella nella fase giovanile di cui fa parte l'opera " L'Uomo di Monteriggioni" recensita da Mario Luzi e collocata nell'atrio del Municipio di Quarrata, Pistoia.
SALVATORE MAGAZZINI, PERCORSI DI LUCE E DI COLORI
Sono trascorsi due anni dall’apertura a Firenze della Galleria Firenzeart e sono già moltissimi gli artisti passati in questa sala. Dalle opere dei maggiori maestri toscani del ‘900, a cominciare da Rodolfo Marma, alle mostre personali di apprezzati pittori che hanno ricevuto ampi consensi.
Per festeggiare il secondo compleanno della Galleria abbiamo scelto un noto maestro toscano, Salvatore Magazzini, il quale con la sua pittura forte ed evocativa segue un suo percorso di luce e di colori che si collega idealmente al cammino intrapreso dalla Firenzeart e alla competenza del suo direttore Andrea Tirinnanzi, nel mantenere vivo il legame con la tradizione, aprendosi al contempo, ad ogni personale ricerca.
Nell’opera di Salvatore Magazzini la ricerca si basa sull’istintuale percezione della realtà, che si semplifica e si essenzializza nello scorrere veloce attraverso il filtro della memoria. L’artista si accosta con intensa passionalità al dato naturale, in cui trasferisce la propria interiorità, ponendola in simbiosi con quella delle cose, degli ambienti che ritrae. L’operazione tende a trasfigurare le immagini, che tuttavia conservano, anzi esaltano il loro fascino, i loro umori, la loro essenza più intima, l’atmosfera misteriosa e magica che le pervade.
Inconfondibili i suoi paesaggi toscani o nordafricani, costruiti magistralmente con larghi passaggi orizzontali di colori che si incontrano e si scontrano, che vibrano di una luce irruente, densa di solarità mediterranee o di visioni drammatiche dettate da un modo di sentire profondo e sofferto. L’impatto emotivo provocato da quei luoghi, dove la forza della natura fa eco alla potenza delle architetture, da vita a composizioni di grande suggestione, nelle quali l’urgenza di esprimersi e l’immediatezza del gesto si misurano sempre con la necessità di un impianto compositivo capace di definire le forme e di scandire il ritmo interno della vita, in un susseguirsi continuo di sensazioni improvvise e di pacati respiri.
Un percorso di luce e di colori, di concretezza e di astrazione, di memoria e di fantasia che ci coinvolge e ci fa riflettere.
GABRIELLA GENTILINI
Dal catalogo della mostra personale “Percorsi di luce e di colori” a cura di GABRIELLA GENTILINI, Firenzeart Gallery, Firenze, novembre 2001.
La pittura di Magazzini mi sorprende come una pagina familiare eppure imprevista. Egli può, come pochi altri pittori novecenteschi che l’hanno preceduto, abbinare visione e solidità.
E infatti mi guardo con un concreto piacere questi paesaggi saldamente impiantati nella loro sostanza e nell’attenzione e nell’immaginazione congiunta dell’artista che opera a trasformarli.
A trasformarli in se stessi, senza tradirli. Così anche noi li sentiamo più reali della frammentaria realtà, a cui sono stati sottratti. Un’arte pulita, ferma, convincente.
Mario Luzi, Firenze, 1989
… Ha anche reperito un interessante e significativo punto di raccordo - nelle pitture a olio - fra concretezze ed organicità della materia pittorica e vibrazione di questa materia sotto l’effetto della luce. Mentre sul versante dei lavori ad acquerello non è solo per le caratteristiche di questa tecnica che l’accento cade deciso sopra l’abbandono d’ogni aspetto descrittivo, e luce e colore si effondono con radicale purezza…
Antonio Del Guercio, Roma, 1994