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Zenone (Emilio Giunchi)

"Naif all' Italiana"

LIBRO DELLE VISITE
La mostra si è conclusa il 21/05/2011


CONTATTI:


Studio Via A. Saffi, 3 – 52100 AREZZO
Tel. Fax 0575. 24620 Cell. 338. 1152378
Htpp://artzenone.wordpress.com
e-mail: Emilio.giunchi@gmail.com





Quando conobbi il pittore aretino Emilio Giunchi fui incuriosito dal suo pseudonimo “ZENONE” – perché l’aveva scelto ? I miei ricordi liceali mi riconducevano al filosofo greco che aveva fondato la setta degli stoici. Poi seppi che il nome era quello del Santo celebrato il giorno del suo primo dipinto.
Il nostro pittore cominciò a dipingere negli anni ’60 e nel decennio successivo cominciò a mostrare i suoi quadri.
Fu subito inserito tra i più interessanti pittori “naïf” italiani che in quell’epoca erano molto apprezzati.
Dunque “naïf” parola francese che significa: candido, schietto, naturale e primitivo, dichiaratamente autodidatta; chiamati anche pittori dell’istinto, maestri popolari della realtà, estranei agli stili e alla storia.
Era un’arte innata, originale, infatti non va confusa con l’arte popolare né col folklore e meno che mai classificata arte infantile, ma fu ripresa anche da artisti famosi, dai simbolisti fino a Gaugain come modello alternativo a quello europeo.
Si può dire che la pittura “naïf” cominciò in Francia con Henry Rousseau che di mestiere faceva l’impiegato del dazio da qui il nomignolo “Il Doganiere” che però non fu né incolto né ingenuo perché osservò bene i movimenti dell’epoca, fece copie di quadri al Louvre ed ebbe molti estimatori fra cui Gaugain, Braque, Apollinaire e Picasso, nonché i “Simbolisti” tutti erano affascinati dalla sua figurazione primitiva ed esotica.
La pittura “naïf” si diffuse poi in tutta Europa ma specialmente nei paesi Slavi con molti artisti.
Ma veniamo al nostro ZENONE: egli si inserì presto nella folta schiera dei “naïf” italiani con una pittura pulita che mostrava un idillio naturalistico, una semplificazione degli elementi architettonici sia rurali che cittadini, una festosità dei colori, un gusto primitivo del racconto della vita e della gente con dei risultati molto alti e convincenti.
Febbraio 2005
COSTANTE COSTANTINI




Zenone ovvero “il candido “ in pittura
“Zenone, chi era costui?” verrebbe da chiedersi guardando incantati le opere di un pittore aretino che da oltre trent’anni ha trovato un sua inconfondibile cifra espressiva e continua a lavorare seguendo il ‘suo’ sentire, e a mescolare e costruire colori e forme, in modo ‘candido’. Naif, verrebbe questa volta da dire, visto che i suoi paesaggi, i personaggi, le dimore, la natura che lui ritrae sembrano - ripetiamo, sembrano – usciti dalla mente e dalla mano di un pittore primitivo, quasi fanciullo, che disegna la realtà in veste ingenua, semplice, scandita in chiese, paeselli, prati dove corrono fraticelli vestiti di bianco o suorine in nero, albe, tramonti o notturni con un cielo purissimo dove ad un tratto campeggia grande un vaso decorato traboccante di fiori squillanti…E ancora distese di campi, casolari, donne che raccolgono i frutti, contadini che lavorano la terra, fedeli che si avviano alla chiesa,…tutti personaggi immersi in una luce cromatica traslucida, in un’atmosfera serena, dove ogni figura o particolare emana un rapporto pacificato con il mondo, un’armonia di valori incontaminati.
Difficile descrivere la pittura di questo artista così facilmente assimilabile alla pittura ‘naive’ e quindi, per così dire, minore, di facile lettura ed esecuzione. In realtà la semplicità è sempre un punto d’arrivo nell’arte ed è sempre solo apparente: nasconde una sapiente tecnica e un lungo esercizio con il mestiere, con i pennelli e il lapis, con i colori. E soprattutto esige una visione ampia, consolidata di ciò che si vuol trasmettere: siano gioie o drammi, paradisi o inferni, occorre un’impostazione rigorosa per ricavarne un testo pittorico che non si sbricioli dopo tre occhiate, ma anzi continui ad evocare un’emozione, a lasciarsi guardare e riguardare ogni volta con un brivido di ammirazione mista a sconcerto…Chi ha da anni in casa un quadro di Zenone sa cosa significa questo: ha imparato a tuffare l’anima nelle sue tele spesso tagliate a metà dal filo dell’orizzonte e nel cui cielo si staglia, ben centrato, il nucleo paesaggistico o il gruppo umano.
Ma questo rigore strutturale non implica un’ assenza di dinamismo figurativo o una monotonia compositiva: intorno al centro murario – casa colonica, chiesa, convento o altro – che impronta di sé solidamente la tela, quasi la sostiene come un’impalcatura, Zenone colloca le sue comparse, anzi le sue creature viventi, le fa muovere in un lieto girotondo o le snoda in una foto di gruppo, dando rilievo e anima anche agli animali, alle piante, in un gioco infinito di situazioni sempre diverse, sbizzarrendosi talora con aperture di finestre sulla campagna o interni di farmacie conventuali, come quella della Camaldoli francescana dove spesso si rifugia non solo per allestire una delle tante mostre pittoriche di successo…
Ecco, uno spirito francescano, un candore da ‘’Cantico delle creature’’, è quello che emana dalle sue opere, quasi che Zenone intingesse il pennello nell’umiltà delle cose belle che la natura e il lavoro umile dell’umanità ci hanno per secoli trasmesso e a cui lui sembra voler – giustamente – rimanere fedele e quasi rinviarci a ‘spectare’, a guardare come un vero spettacolo, con intensità e amore.
Un amore che ha trasferito anche in opere più complesse, come la tela che incastona la città di Arezzo in un cerchia di mura entro cui sbucano “tetti, torri e antichi campanili”, un omaggio alla sua città che richiama le visioni dei grandi maestri toscani, rivisitati in chiave moderna, ma non meno suggestiva, alla maniera di un discepolo un po’ monello ma candido...Ma lo stesso amore e cura per la suggestione architettonica lo ritroviamo nella riproduzione di grandi cattedrali, come quella di Notre Dame, sotto la cui massa gotica ben delineata ha collocato uno dei suoi famosi gruppi di nozze con sposa in abito bianco : questo per sottolineare che la sua mente pittorica non si rinchiude nella pur bellissima terra toscana o umbra, bensì è capace di spaziare trasportando il suo sguardo puro oltre i confini nazionali, perché ogni luogo del mondo – e lui che ha viaggiato molto lo ha captato -è sfondo e spunto per invenzioni d’arte…Grazie, Zenone, grande amico pittore, e non ti curare di quelli che, non avendo il tuo stesso invidiabile ‘candore’, non apprezzassero come meritano i tuoi calibrati e gioiosi paesaggi e gli anonimi ‘laboratores’ che li popolano : ‘labor omnia vincit’ scriveva Virgilio nelle Georgiche e di quello che ha scritto lui ancora se ne parla.
Patrizia Fazzi



MOSTRE PERSONALI

1973 Galleria "Ghelfi" - Orvieto
1974 Galleria "Scorpios" - Arezzo
1975 Galleria "Le Muse” - Andria (Ba)
1975 Naïfs italiani – Villa Carlotta (Como)
1976 Galleria "Scorpios" - Arezzo
1977 Galleria “San Marco” - Prato
1978 Repubblica di San Marino
Teatro Titano
1979 Galleria “Arno” - Firenze
1994 Comune di Bibbiena – Sala Consiliare
1997 Galleria “Severini” - Cortona
1998 Spazio “Motta Alemagna” - Milano
1999 Galleria “Severini” – Cortona
2002 Pake - Castelvetro (Modena)
2003 Comune di Stia (Ar) – Palagio Fiorentino
2003 Palazzo Piella – Castelfranco Emilia
(Modena)
2004 Monastero di Camaldoli (Ar)
2004 Arte sotto I portici - Bologna
2005 Firenze art gallery (Fi)
2005 Milano Marittima – Cervia (Ra)
2005 Monastero di Camaldoli (Ar)
2006 Arte sotto I portici - Bologna
2006 Stia (Ar) – Palagio Fiorentino
2006 Monastero di Camaldoli (Ar)
2007 Arte sotto I portici - Bologna
2007 Badia Prataglia (Ar)
2007 Monastero di Camaldoli (AR)
2008 Arcadia Los Angeles, (California) U.S.A
2009 Arte sotto I portici Bologna
2009 Palazzo Vagnotti - Cortona
2009 Passignano (La Rocca)
2010 Galleria AGORA’ Piombino (LI)
2010 Monastero di Camaldoli (AR)
2010 Circolo Artistico Arezzo



BIBLIOGRAFIA

Bolaffi Catalogo Nazionale Naïf n.3
Il Quadrato – 1977
Catalogo Arte Contemporanea Conte Napoli
Arte Italiana XX Secolo – ediz. Due Torri – Bologna
Comanducci Catalogo Arte Contemporanea – 1977
Grande dizionario Artisti Italiani Contemporanei Accademia di Parma
Annuario Arte Moderna Italiana – 1998
Editrice “L’Elite” – Arte Contemporanea – 2004
Editrice “L’Elite” – Arte Contemporanea – 2006
Editrice “L’Elite” – Arte Contemporanea – 2008
Editrice “L’Elite” – Arte Contemporanea – 2009
Editrice “L’Elite” – Arte Contemporanea – 2010

HANNO SCRITTO DI LUI

Costante Costantini Carlo Starnazzi
Gabriella Gentilini Franco Riccomini
Pier Francesco Greci Nicola Caldarone
Alfredo Cherubini Sheila Tiezzi
Egidio Bellisardi Mario Belardi
Enzo Cammilletti Patrizia Fazzi
Fred Glienna Clara Potes Fellow
Piero Zoi Luciano Gabrielli







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