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Claudio Domenici

"Lugano com' era"

LIBRO DELLE VISITE
La mostra si è conclusa il 20/02/2012



Claudio Domenici, è nato a Firenze nel 1943.

Figlio d'arte - il padre Carlo Domenici fu uno dei più illustri esponenti della Scuola Labronica del novecento, ovvero di quel gruppo di artisti macchiaioli che tra il 1900 e il 1950 conobbero la grande maturità artistica e professionale - assunse lo pseudonimo “Claudio da Firenze” proprio per distinguersi dal celebre genitore suo primo maestro, colui che comprendendone appieno le doti per il disegno e la pittura lo incoraggiò, infine, ad intraprendere questa strada artistica. Dunque, dopo aver frequentato l'Istituto d'Arte di Firenze e la Scuola d'Arte Grafica, ed essersi cimentato con interesse come cartellonista pubblicitario e disegnatore grafico, iniziò il suo percorso partecipando con notevole successo alle sue prime mostre e concorsi.

Claudio è stato ed è uno spirito libero. La sua formazione artistica, la sua graduale evoluzione, hanno evidenti radici nel suo innato spirito di “viaggiatore” che lo ha condotto fin da giovane a vivere intensamente in luoghi differenti, assaporando i diversi colori ed umori per poi trasferirne sulla tavola le mille sfaccettature. Dal 1968, innumerevoli le esposizioni a cui ha partecipato sia in Italia che all’estero. Tra le più importanti, ricordiamo le personali del periodo spagnolo, tenutesi a Madrid, Barcellona, Gerona e Lloret de Mar; così come quelle organizzate negli States, a Los Angeles, a San Francisco, a New York, presso la Galleria Zantman di Palm Desert o Carmel, dove i dipinti di Claudio sono esposti in permanente; infine Londra e Lugano.

I soggetti prediletti da Claudio sono le scene di vita. Tutte, siano esse di vita contadina o di mare, poco importa, ciò che conta è la possibilità che esse possano esser osservate e “vissute”, nel tentativo di percepirne i sentimenti più reconditi, i pensieri, le gioie, le preoccupazioni, gli amori e la quotidianità. Infatti, per un artista come Domenici che ha viaggiato molto tentando - quasi sempre riuscendoci - di integrarsi negli usi e nei ritmi di vita dei luoghi e delle persone frequentate, anche l’indagine del passato assume i toni della contemporaneità. Quando esplora, rappresentandolo con la sua tavolozza, un fenomeno sociale quale l’immigrazione – ad esempio - lo fa con il piacere ed il gusto di ripercorrere quasi il “DNA sentimentale ed emotivo” della persone che ne sono state protagoniste, cosciente che tale vissuto rappresenta la radice della successiva evoluzione di quello stesso nucleo sociale.

Tutto ciò mantenendo con orgoglio l’impronta di scuola labronica in una fusione eccellente di personalità – Claudio è caparbio, forte, difficile - , istintività, creatività ed espressività che gli consente
di cimentarsi magnificamente con svariati soggetti.

Tutte queste qualità fanno certamente di Claudio da Firenze uno dei più importanti artisti della pittura figurativa contemporanea, non solo italiana, ma addirittura europea e mondiale; sempre proteso con spirito critico e umana curiosità ad assaporare la vita di cui vuole essere assoluto protagonista.

Attualmente Claudio vive e lavora a Prato, in Toscana.




La Bretagna a Lugano

L’Arte ha i suoi chiaroscuri, le sue parti d’ombra, i suoi contrasti. Ma non ha frontiere, tutt’al più itinerari. I suoi percorsi e i suoi incontri, i legami che annoda tra gli uomini e i loro mondi, sono a volte all’immagine di questi crocevia senza i quali la cultura non avrebbe attraversato le epoche, non si sarebbe tradotto da una lingua all’altra né trasmesso tra differenti universi di pensiero e di discorso. La nostra civiltà europea si nutre di questi cambiamenti, di queste traduzioni e di queste differenze.

Il viaggio al quale Roberto Cavalli ci invita nel “ In Bretagna con gli artisti Claudio Domenici e Fiorenzo Luperini ” illustra bene questi intrecci nella loro ricchezza, bellezza e coerenza: un editore ticinese ci introduce alle creazioni dei due artisti italiani ispirati da una regione francese, la Bretagna, che hanno visitato insieme. L’Italia e le sue tradizioni figurative incontrano la Bretagna e i suoi tesori a Lugano, dove si conclude uno di questi peripli che meritano di essere chiamati aperti. Nella fattispecie, non si tratta di un semplice andata e ritorno, ma di un incontro dove più porte si aprono le une sulle altre: quella del Mediterraneo, quella della Manica e quella delle Alpi. Occasione straordinaria di fare comunicare tre delle anime più vigorose e più rappresentative di quella comunità che è l’Europa di oggi ed ancor più di domani.

Di questa Bretagna, che è tradizionalmente un ponte tra l’Europa continentale e insulare, Claudio Domenici e Fiorenzo Luperini ci hanno restituito le marine, gli estuari, le scogliere imponenti, ma anche i castelli, i porti e le città. Le opere raccolte costituiscono un superbo mosaico dove gli sguardi dei due pittori a volte si incrociano, a volte si giustappongono, e trasfigurano i paesaggi, le loro luci, i loro colori. Testi d’autore e numerose note concernenti la storia, la cultura e il folclore bretone accompagnano le produzioni artistiche.

Della cinquantina di tappe che, da Rennes a Nantes, hanno scandito il cammino dei due pittori, evocherei, per concludere, quella di Mont Saint-Michel. Un disegno e due tavole ad olio eseguite da Claudio Domenici, così come tre tele ad olio ed un disegno di Fiorenzo Luperini le sono state dedicate. L’Abbazia al tramonto, l’entroterra e la campagna che la circonda, la terra periodicamente restituita al mare, i pascoli e le loro greggi ci rivelano altrettanti aspetti di uno “splendore” europeo che si ricorda delle sue radici e che mantiene le sue promesse: è il Mont Saint-Michel che ci ha conservato alcuni fra i manoscritti delle più antiche traduzioni greco-latine di Aristotele e le traduzioni arabo-latine di Averroè; è a Mont Saint-Michel che una terra europea è celebrata da europei di altri paesi.


Alberto Galluccio,
Ministro Plenipotenziario,
Console Generale d’Italia in Lugano











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