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Roberto Carchedi nato a Firenze, ha frequentato l’Istituto d’Arte. La sua naturale predisposizione al disegno si concretizza nella realizzazione di fumetti, nell’illustrazione di volumi e nella professione di grafico pubblicitario. Riesce comunque ad esprimere una sua maturazione interna nel disegno e nella pittura in maniera libera e realistica. Ama viaggiare, conoscere nuovi orizzonti, teorie e correnti artistiche diverse, ma resta fedele al realismo figurativo, che ha sempre prevalso nella sua opera, intendendo conservare la bellezza, modellando la realtà per scoprire l’armonia della composizione, come bisogno di comunicazione e di messaggio.
Ha tenuto numerose mostre personali, le più recenti al Seminario Vescovile di Fiesole (Fi) e nella sede del Gadarte a Firenze, di cui è socio. Ha partecipato a moltissime rassegne e collettive, tra cui “Insieme” e “Incontro al Natale” nel 2005 presso Firenzeart Gallery, a cura di Gabriella Gentilini.
ROBERTO CARCHEDI, LIMPIDA...MENTE
Chiare, fresche, dolci visioni di una realtà osservata con gli occhi dell’anima, indagata nella sua essenza più profonda, carpita dei segreti della luce.
Roberto Carchedi spazia con agile freschezza e con abilissima, puntigliosa precisione, su tutto ciò che lo circonda. Dalla figura al paesaggio, dalla veduta urbana alla natura morta, rendendoci testimonianza sincera ed attenta, appassionata e preziosa, delle cose che ama.
Il segno scivola lieve eppure incisivo negli intensi ritratti, accarezza le languide sinuosità delle figure femminili, si immerge nella poesia di un tenero bocciolo di rosa. Sempre ben delineato e sicuro, si veste di cromie luminosissime e trasparenti nei paesaggi toscani e nelle vedute della sua Firenze o della prediletta Parigi. I cieli solcati da nubi spumeggianti o velati di grigi mai minacciosi, si animano del respiro di una natura lussureggiante o si uniscono allo scorrere infinito delle acque, indugiando nel gioco di mille riflessi baluginanti di sole. Per accendersi del fascino tra il sacro e il profano dei fuochi d’artificio nella notte fiorentina di San Giovanni.
Roberto Carchedi con le sue opere ci coinvolge nel ricordo e nell’emozione, nel sentimento e nell’armonia. Perché il bello del vero e il vero del bello non ci debbano mai lasciare indifferenti.
GABRIELLA GENTILINI
Firenze, luglio 2005
“Viaggiatore curioso” avrebbe definito Lorenzo Sterne il nostro pittore Roberto Carchedi.
Curioso nel senso del termine latino “curiosus”, inteso come disposizione operativa: “accurato, preciso” nel senso formale.
La resa pittorica quasi calligrafica guida l’osservatore alla esplorazione dell’animo con cui Carchedi ritrae l’oggetto. Un senso di ordinata disposizione allieta la vista rivelando efficacemente il piacere esecutivo vissuto dall’artista attraverso la nitidezza dell’immagine, la letizia delle forme e la vitalità delle espressioni. La cura stilistica traspare dai particolari minimi, dall’eloquenza dei volti, dai tagli d’impostazione operati; rivelando la qualità del carattere nella partitura dei dettagli, nella delibazione luministica dei tratti del volto, nel piacere di ricostruire un ambiente, di sondare insomma il profondo della visione.
Ciò che non è mai un diletto artificioso, ma la rinascita dell’esemplare riassaporata nella traduzione pittorica con lo stesso piacere visivo goduto nella visione diretta, che il ricordo rinnova e la sapienza traduttiva restituisce.
Dall’attenzione ai dettagli puntualmente rievocati trapela infatti nel risultato estetico - nel nitido disegno e nella limpida luminosità - il momento contemplativo provato e conservato dalla memoria. Ne emerge, come sempre nell’arte, una sorta di ideale autoritratto dell’operatore, qui, specificatamente, quello di un temperamento serenamente emotivo, portato a sottolineare ogni aspetto significativo della vita.
Prof. Elvio Natali
