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Dolli Falteri

"La pittrice del sogno"

LIBRO DELLE VISITE
La mostra si è conclusa il 23/09/2011


CONTATTI:
Studio Via del Presto di San Martino, 6 (Firenze)
Tel abitazione 055208002

Quando una persona, della quale ignoravi l'esistenza fino al momento nel quale ti viene a chiedere un giudizio sulla propria pittura, d'improvviso t'investe della responsabilità di esprimere un giudizio, preciso e circostanziato, su un argomento così impegnativo come l'arte pittorica, quello che può assalirti è sicuramente il senso di una terribile ansia per quell'impegno che non puoi sapere ancora se dovrà essere onesto e sincero, magari nel consigliare una maggiore premura, o scorretto e menzognero nell'esprimere elogi per una mancanza di valori che nessuna ulteriore diligenza potrà riuscire a compensare. è stato così che mi trovavo fino a quel momento nel quale la Signora Dolli mi ha mostrato le sue opere. Uno stato di sollievo ha distesoogni mia tensione. Per più ragioni. Una per il fatto che mi sono sentito completamente a mio agio per poter esprimere un giudizio positivo; un'altra per quel messaggio pacato e sereno che i soggetti di quelle composizioni sono riusciti a trasmettere perentoriamente alla mia osservazione. Di fronte ad esse, la prima impressione che ci assale è suggerita dalla delicatezza del colore che ne pervade tutta la spazialità e che, superando l'equilibrio formale dei soggetti, rivelaatmosfere che ricordano, in modo sommesso, quelle del <> o dei <> dei primi anni del novecento, ma che decisamente tendono a proporre una metafisica ai limiti del letterario, appassionata e poetica, sottesa da più paradigmi in felice collaborazione. Quel tanto di realismodominato da serena creatività e da un amore profondo per l'analisi della natura nelle sue forme, nei colori, nelle atmosfere, concordanti parallelamente a comporre un miracolo visivo dei più suggestivi. Dolli Falteri si potrebbe definire la pittrice del sogno per quel modo aggraziato di comporre sotto il dominio di passioni delicate, serene e nello stesso tempo razionali. I suoi soggetti non tradiscono l'estetica del naturalismo, ma non concedono più di tanto alla fantasia; con l'intrusione di soggetti secondari, ben localizzati in macchie di colore che, inserendosi nell'equilibrio delle tonalità, sviluppano la vitalità espressiva di tutta la composizione, essa valica i confini del programmato per lasciarsi dominare dall'imprevedibile suggestività dell'abbandono. Le tracce di una precedente attività, volta alla copia di opere dal passato, appaiono evidenti nella sicurezza con la quale la pennellata riesce ad amalgamare le proprie tracce nella gradualità delle sfumature e la complice saggezza impegnata nell'uso del colore e nel tracciato delle curve compositive. Talune tematiche anomale riescono a galvanizzare l'attenzione della pittrice, ma i soggetti ni quali si svela la purezza del suo individualismo sono quelli che fanno raggiungere la massima coerenza alla sua sensibilità poetica a contatto con gli aspetti più genuini della natura dai quali sugge la linfa vitale per esprimere la profondità dei sentimenti e delle proprie riflessioni.

Bruno Chiarini


In occasione della mostra nella Sala di Esposizione di Albinia (GR) dal titolo


A una prima osservazione i quadri di Dolli Falteri mostrano contenuti tenui e delicati, soggetti in apparenza sereni: tenui presenze vegetali e naturali. Letti più in profondità, mostrano i segni di un'intima inquietudine: anche le farfalle, che vi compaiono così di frequente, sono insieme una traccia di levità, che rinvia al volo e alla luce - e una presenza vagamente spettrale, che esprime un moto vibratorio privo di significati chiaramente definibili, di direzione univoca. Esse sono i segni di un movimento, il cui scopo rimane segreto e allusivo, un messaggio che ci viene da una lontananza sconosciuta e impersonale. I quadri rinviano a un transito al di quà e al di là di una soglia, di una finestra, di un muro crollato: attraverso questi spazi di confine passa la tensione del movimento, delle linee prospettiche, dei rapporti di colore. La pittrice invita lo sguardo in queste aperture che restano in sospeso, senza condurre a nessuno spazio concluso. Alcuni tratti, e alcuni titoli, sembrano rinviare ad eventi della storia recente, sottolineandone il carattere interrogativo e difficilmente decifrabile. é una pittura che presenta uno stile evidentemente figurativo, ma non ha nulla di immediatamente realistico: le nature morte, i fiori, hanno una presenza eccessiva, insistente, e comunicano un turbamento interiore che non ha nulla a che vedere con la semplice riproduzionedi una realtà esterna. I contorni sono così netti e decisi da sfiorare l'astrazione, lo studio dei volumi e delle geometrie è talmente accurato da porre in primo piano l'aspetto allegorico e simbolico. Del resto le farfalle sono un antico simbolo dell'anima femminile e dei suoi moti enigmatici e notturni. In assenza della figura umana, questi quadri ci rinviano a uno strato più elementare e indeterminato dell'esistenza.

Mario Pezzella



In occasione della mostra nella Sala di Esposizione -Il Gabbiano- di Firenze (1977)


Sembra un incubo, un sogno terrificante dal quale non si vede l'ora di uscire, nell'attesa che la certezza della realtà cancellerà al risveglio. E ti sembra un altro pianeta, un'altra vita, un altro mondo, anche se ciò sgomenta lo stesso.
E invece è la nostra follia. La follia umana universale che ci sta portando verso il turbine travolgente, nel quale l'uomo si perde e si dimentica. é la frenetica pazzasca dinamica della corsa, ormai non più umana, verso nuovi poteri e nuove realtà nelle quali la nostra vita non trova più senso. é la nostra folle vita quotidiana stravolta, violentata, calpestata, dominata da tentacoli interminabili che reggono le trame della ragnatela alle quali siamo imprigionati, invischiati, soffocati e alla quale ci aggrappiamo, ancora disperatamente, per non cadere nel vortice di orbite mummificanti che trasformano in pietre le nostre lacrime. I nostri sogni umani devono vivere perchè in essi sopravviva l'umanità dell'uomo. E allora viviamo con la gola strozzata da lacrime che non sanno più uscire; viviamo con gli occhi che hanno paura di guardare lontano; viviamo con la fantasia imbrigliata in irreali momenti fantastici; viviamo senza vivere e senza morire in questo mondo annegato dal pianto lacerante di milioni di bambini, che pagano senza colpa il loro diritto alla vita, col prezzo dell'infelicità.

Simonetta Bartolini







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