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Irene Vairo

"Intersezioni"

LIBRO DELLE VISITE
La mostra si è conclusa il 15/12/2006



Via Botteghelle,14 84121 - Salerno Tel 089/335116
320.0270271
380.3189005

artista arch. M. Irene Vairo

Vairo M.Irene, nata a Salerno il 19-06-1965, laureata a Napoli in Architettura, specializzata in progettazione Architettonica ed Urbana, perfezionata in Architettura del Paesaggio e dei giardini presso l’Università di Napoli.
Ha supportato laboratori di progettazione presso l’Università di Napoli Federico II.
Ha partecipato a numerose collettive di pittura, tenendo una personale a Palazzo Genovese.
Premiata con il primo premio dal CAS, centro artisti salernitani.
Varie recensioni : J.L.Montanè – N.Scontrino – A.Grassi – G.Pecci.
Ha partecipato alle mostre di design ( metacrilato – ceramica ) del gruppo giovani architetti salernitani.
Svolge attività di architetto, designer, pittura, scultura.


Curriculum pittura
1997
Collettiva pittura Ordine degli Architetti di Salerno
Tempio di Pomona – Centro Storico - Salerno
2000
Personale pittura – Studio in Via Grisignano,9 – Salerno

2002
Personale – Istituto Magistrale – Centro Storico - Frigento (AV)
Collettiva – Biblioteca Grotte Dei Goti – Avellino ( SA)

2003
Collettiva Monastero S.Antonio – Laurino (SA)

2004
Personale pittura e scultura Palazzo Genovese – Centro Storico – Salerno
presentazione N.Scontrino

Collettiva “da Eburum ad Eboli “- Monastero di S.Francesco - Centro Storico Eboli(SA)
Presentazione G.Pecci

Collettiva d’Arte – Padiglione della Cultura S.A.U.T. Piaggine ( SA)

Personale “ Collage - forme - volti “ – Galleria Zen – Salerno
Collettiva “ Scomponi Picasso “ - Zen – Salerno con patrocinio Comune – Provincia

2005
I° Premio di pittura C.A.S. centro artisti salernitani
2005
Collettiva in Via Bigli,24 – Milano


2006
Personale pittura e scultura a Positano
Salone di Rappresentanza
Azienda Soggiorno e Turismo
Collettiva a Tokyo con la Galleria Arte immagini di Cremona.
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Opere pubblicate su Genomart – cartaematita – gheoart - tiscaliarte – inarte – www.metropolitan-international-art.com (sezione art gallery video) - sezione permanente galleria arteimmaginecremona - rivista Ambiente Casa - rivista Euroarte - artista inserita in suppl.nto a Arte Oggi - “ Nel Sentiero di Artemisia” Editrice Italart
Sito web : www.mariairenevairo.it

Recensioni e adesioni : A.Grassi - N.Scontrino - G.Pecci - J.L.Montane’- S.Fappanni - E.Leli - G Seveso - M.Bignardi - R.Mele.









M.Irene Vairo: la pittura come soggetto del piacere

Le trasparenze delle velature del colore intendono portare l’osservatore in un luogo dove i contesti della razionalita’ osservante si dilatano costruendo cosi nuove poetiche e nuove simbologie.
Le strutture iconologiche che Vairo costruisce intendono sottolineare diverse significazioni del fare,un modo simbolico per fare coincidere elementi che hanno alle loro spalle una tradizione storica di diversa estrazione e dimensione strutturale che si espleta nella piu’ semplice quotidianita’.

Una intensa ricerca che si rivolge essenzialmente a quello che per Vairo e’ un vissuto incessante, quasi in senso osmotico; pittura che porta la volontà dell’artista nel vasto territorio in cui vita e arte coincidono perfettamente, segnando e delineando il corpo del proprio divenire e del proprio essere.
Siamo di fronte ad una ricerca di quell’essenza, che porta il segno del confine della ragione a delimitare nuove realtà, che si dilatano a dismisura fagocitando tutto il corpo delle sostanze, che si determinano e si sviluppano nelle trame, che il colore tesse e l’artista segue come un sacerdote che effettua il suo rituale.

Appare evidente, pertanto, un lungo viaggio dentro il gesto simbolico,che produce nella materia il suo tracciato e si evolve nella ricerca assillante e metaforica di sostanze, che di volta in volta richiamano nuovi contesti con realtà sempre in divenire.
E su questa storia, il tracciato d’ identificazione della pittura di Vairo risulta alquanto complesso e non estremamente articolato.

Infatti il suo fare arte si sviluppa dentro svariate ricerche e sostanze, che non sempre, apparentemente,testimoniano coerenza, ma e’ proprio in questa diversità che Vairo sviluppa il suo essere e manifesta grande capacita’ di dialogo nelle piu’ svariate manifestazioni che si elevano in quel momento come principio del dialogo.

Il dipingere, per Vairo, e’un’occasione, se si vuole di grande rilievo, di costruzione di una forma di concettualita’ espressiva, che varca in modo sintetico le ristrette ed anguste strettoie della dimensione dell’opera stessa.

Infatti le sue tele hanno necessità, e forse vanno viste,di una impaginazione continua e di una complessità che varca il singolo per affermare il molteplice.

C’e’ una sostanza che si evolve, in quanto mutevole, ma che resta la base di una ricerca, dove il soggetto pittura diventa essenza di un pensiero e luogo di partecipazione ad un dibattito fra le diverse concettualità compositive e gestuali che l’ artista compie durante il raffronto fra le sue mani e la tela, con un’esplicazione dell’ideologia, che si trasforma in significato espresso.

Con questa continua ricerca Vairo crea quella necessaria distanza, che l’artista costruisce nelle sue opere e che lo spettatore cerca nel suo vedere per comprendere ed assimilare il tutto rendendolo patrimonio del suo osservare e della sua cultura.
Si realizzano in tal modo forme consequenziali di un processo, che vede l’artista artefice e protagonista della sua storia e del suo lavoro.

In questi anni Vairo dipinge delle forme “figurative”, la cui bellezza sta proprio nell’elaborazione
linguistica apparentemente semplice,dove però il colore interpreta suggestioni e rimandi, che trovano, più nelle lirica poetica che non nella pittura, la propria radice e la propria assonanza.

Ma certamente, questo lavoro di Vairo ha un passaggio obbligato: quello cioe’ che la vede protagonista per molto tempo come autore di opere dal chiaro sapore espressionista, dove gestualità e colore sono i protagonisti assoluti dell’opera, ed in quest’ ultima riflessione sulla pittura il corpo colore diventa condensazione materica e si tramuta, in simbologia apparente; quello che tuttavia e’ necessario, per comprendere la pittura di Vairo, risulta lo sviscerare questa corteccia simbolica, per cercare la radice e la forma con cui dialoga e costruisce questi suoi totem; questa specie di simulacro, dove l’ idea si tramuta in materia/pittura e dove la simbologia segnica diventa sostanza di una spiritualita’ nascosta ma presente con tutta la sua forza e la sua pregnanza per costruire un’ utopia, che solo l’arte puo’ dare,e che l’artista, di rimando,volentieri idealizza, vivendo così dentro questa bolla vagante, dove i codici della vita coincidono con quelli dell’arte.

Nicola Scontrino

Prof. cattedra arte contemporanea Università di
Salerno
e critico d’arte



La abstracción poética de Maria Irene Vairo

María Irene se interesa por la abstracción poética, empleando diferentes recursos, entre los que cabe destacar la utilización de lo geométrico, la estructuración formal por zonas, enlazando un discurso gestual, pero construido, basado en lo arquitectónico, con la construcción suave, la perfecta asimetría, para generar una composición libre de ataduras, abierta a la discusión, en la que el color es importante, en el sentido de introducir diferentes tonos, para producir contrastes, buscando la configuración de los bordes, intentando ensanchar la forma de ubicar el concepto pictórico. No hay intención de contener ni tampoco de tensionar.
La línea, el conjunto de límites, de rayas negras, determinan el carácter de su composición. Unas veces lo marcan, insinuándolo levemente y en otras es el propio color quien establece la limitación y fortalece el discurso de lo formal. El resultado es una obra abstracta de cariz poético, sensible, de colores armonizados, de formas que buscan instalarse en el meollo de lo visceral, pero, dentro de unos límites muy calculados. Es por esta razón que, en primer lugar, todo se define a partir de la elegancia de lo sublime, en el sentido de buscar modos de ir más allá de las apariencias, para encuadrarse en una voluntad libre.
La disciplina no significa, necesariamente, orden. La necesidad de control no tiene por qué desembocar en el hieratismo.
Su formulación geométrica no posee, innegablemente, un único camino, sino que está sujeta a evoluciones continuas.
No hay nada estático, todo está en movimiento y el cambio formal que introduce la creadora italiana en su obra es una clara realidad de que no se puede construir de forma permanente buscando encorsetar, cuando existen diversas corrientes que sustentan la transformación. Un cambio que, en el caso de Maria Irene, se entiende por el hecho de que se preocupa en desentrañar la madeja de los sentidos, partiendo de formas externas que luego interioriza.
Establece un proceso de gran minuciosidad, en el que todo está perfectamente calculado. Es decir que lo minucioso es, a la vez producto del análisis, para desembocar en una gran libertad de movimientos, en los que la nomenclatura es la que manda, estableciendo las pautas a través de las que expresará la totalidad de la composición. De ahí que esa idea de soltura, exprese, a la vez, una inigualable sensación de poder y fortaleza. Mediante la sensibilidad poética alcanza la dinámica del gesto, la forma geométrica fluctuante, la interacción de colores y un nuevo discurso que va más allá de cualquier guiño anecdótico.

Joan Lluís Montané
De la Asociación Internacional de Críticos de Arte














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