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Claudio Cristina

"IL fascino del vissuto e dell'oltre"

LIBRO DELLE VISITE
La mostra si è conclusa il 20/11/2008



Claudio Cristina nasce a Siracusa il 27 novembre 1953,quando il padre, Rodolfo, insegnava presso la Scuola d’arte di Siracusa. Seguendo i trasferimenti paterni tra le diverse scuole delle province di Siracusa e Ragusa, abita a Pozzallo fino all’anno 1961, dopo di che avviene il trasferimento a Roma. Il padre riscuote notevoli successi come pittore e, nel frattempo, Claudio, osservando attentamente l’arte del padre, esprime le sue prime tendenze artistiche, infatti all’ età di sette anni comincia a dipingere come ricorda il prof. Pluchinotta Carmelo, nella recensione alla mostra del Luglio 1989. “ Ricordo Claudio ragazzino a Roma, quando esponeva assieme ai “grandi” in via Margutta. Ne tornava con le tasche piene di soldi, cui, data l’età, non dava alcuna importanza, ma vistosamente contento del consenso e della simpatia del pubblico. Anche il padre ne era contento e ammirato vederlo buttare giù d’istinto su fogli di carta da disegno, colori ad olio dai toni caldi e profondi, con accostamenti sorprendenti e con una sicurezza di forme che escludeva ogni ripensamento,comprensibilmente lo inorgogliva”.
Per il padre inizia un periodo felice, molte gallerie gli organizzano delle mostre e i suoi lavori sono apprezzati dalla critica e dal pubblico; Claudio continua i suoi studi e, con assiduità, frequenta il padre osservandolo e lavorando come in una bottega, conoscendo i segreti di una attività artistica che parte dalla preparazione della tela alla fabbricazione dei colori allo studio del disegno attraverso la critica osservazione di particolari, messi in risalto dall’occhio esperto del padre.
Si iscrive al liceo scientifico Plinio Seniore a Roma e successivamente frequenta a Milano il Politecnico e i corsi dell’Accademia di Brera.
Nel frattempo il padre si trasferisce a Pozzallo, creando un’azienda di prodotti di belle arti a conduzione familiare.
Nel 1979 la morte prematura del padre costringe tutti a cambiare la propria vita, Claudio abbandona, momentaneamente, l’università per trasferirsi a Pozzallo e portare avanti l’attività avviata dal padre, mettendo in secondo piano i propri progetti.
La volontà di portare avanti il pensiero del padre è condivisa dai fratelli ; pertanto l’attività si incrementa, creando una produzione da coprire il mercato fino a Roma; nel frattempo Claudio si laurea in architettura e rifiuta la cattedra di insegnamento a Brescia.
Dopo diversi anni, per contrasti all’interno della famiglia, si chiude l’azienda e Claudio riprende l’attività artistica cercando, contemporaneamente, un’ulteriore attività lavorativa. Le difficoltà lo portano alla chiusura dei rapporti familiari e all’apertura di altri, più reali, perché più vicini al suo modo di pensare.
Il cercare dentro di sè il modo di superare le difficoltà lo porta a conoscere veramente, se stesso e torna nel suo mondo “La Pittura”.
Nel 1989 inizia a fare le prime mostre in Sicilia, è apprezzato dal pubblico e dalla critica.
PERSONALI DI PITTURA
PALERMO - CIRCOLO ENDAS,1972
POZZALLO - PALAZZO MUSSO,1989
MODICA - PALAZZO DEI MERCEDARI, 1990
RAGUSA - PALAZZO DELLA PROVINCIA,1991
CAVA D’ALIGA– SCUOLA ELEMENTARE, 1991
SIRACUSA - GALLERIA MICHELANGELO,1992
PACHINO - SALA RIUNIONI B.C.P. ,1992
AVOLA - BIBLIOTECA COMUNALE,1993
RAGUSA - CENTRO SERVIZI CULTURALI,1997
SCORDIA- GALLERIA ARTEPIU’,1997
SCICLI - PALAZZO MUNICIPALE, 1997
PALAZZOLO A. SALA VERDE, 2001
ROMA MARGUTTA DESIGN JEWELRY, 2007
SIRACUSA GALLERIA ROMA, 2008
HANNO SCRITTO:
C.AREZZO, P.BARONE, A.BLANCO, A.BRISSONI, R. CIVELLO,
N.COLOMBO, G.DORMIENTE, , E. LEOPARDI, G. MASSIMINI,
D. PISANA, C. PLUCHINOTTA, A. SIGONA, F. SIGONA



CLAUDIO CRISTINA: IL FASCINO DEL VISSUTO E DELL'OLTRE
Figlio di un pittore illustre che ammiravo senza riserve e di cui ho scritto molto -e l'ho anche presentato- su quotidiani e riviste, Claudio Cristina ha ereditato dal padre Rodolfo la capacità di interpretare liricamente il reale e nello stesso tempo di avvertire,tra le mille alternanze dell'empirìa,le sfuggenti latitudini dello spirito. Questo convincente omaggio alla Sicilia,che è anzitutto una cristallina testimonianza d'amore,accredita un pittore di tutto rispetto disposto in primo luogo ad un ragguaglio documentario, ma orientato, più o meno consapevolmente,ad esplorare il mistero dell'oltrefrontiera. Ci proponga un Ulivo dall'annoso tronco biforcuto con in basso l'accenno di un caratteristico muro a secco, o una tipica Masseria sicula, o un Carrubo al sole, si tratta di oli che scavalcano sempre, agli occhi di chi se ne intende, la contingenza visiva per suggerire percorsi extrasensori del pensiero.
Non inganni dunque l'illusoria trascrizione di un dato oggettivo, non importa se rife-
ribile ad un gruppo di case rurali, ad una boscaglia, ad un lembo costiero: di là dell'epifanìa materica s'intuisce il processo dialettico della tentazione gnoseologica; è un itinerario mirabile, pur se complesso. Considerando certi dipinti mi vien fatto di ricordare certe opere cezanniane realizzate fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del secolo ventesimo: penso ad esempio al paesaggio Il monte Saint Victoire inserito in una collezione londinese. E perché non chiamare in causa certo morbido e affettuoso paesismo del nostro Arturo Tosi, che sottolinea la suggestione contemplativa e il suo "dopo", superando le tempeste della stagione futurista e le intellettuali valenze della
Pittura Metafisica?
Giuseppe Massimini,introducendo la mostra di Claudio Cristina,
afferma che la sua tavolozza "non è mai ripetitiva". Concordo pienamente, aggiungendo che la varietà di cromìa, rivelatrice di un invidiabile possesso dei valori di gamma, non inficia mai l'unitaria congruità dell'insieme. E’ un prodotto d' arte, quello di Claudio, che si salva dalla gratuità sperimentale. Con una coerenza ammirevole. Con un"timbro" che gli appartiene autonomamente, pur nel segno di una organatura multipla legittimata, escludendo qualsiasi connessione di sudditanza, dal bagaglio culturale. Preciso che nella sua feconda stagione operativa Cristina si avvale di un saldo possesso del mestiere; ed è requisito essenziale.
Concludo aggiungendo che la pienezza del consenso dell'artista ai suggerimenti infiniti del fenomenico e dello spirituale garantisce un'assolutezza creativa contro le ibride inerti deformazioni del capriccio velleitario.

Renato Civello


Il dato realistico nei lavoro di Claudio Cristina è riscattalo dalle modulazioni del colore e dalla plasticità dei soggetti, sempre in sintonìa con la creatività del pittore, che sollecita spunti dal vero, da una realtà trascesa dopo averne assorbito gli umori più validi.
Cristina sì cimenta in composizioni - paesaggio, natura morta, figura - corpose nella pennellata e robuste nella costruzione, proprie di chi ha salda base artigiana, per lunga frequentazione del mestiere. -E si hanno notizie in tal senso; è vero che il piccolo figlio di un pittore di razza a sei anni riesce ad assemblare macchie di colore in grado dì ottenerne un quadro finito, dì echi sironiani che egli non poteva aver captato per tenera età, ma che probabilmente aveva 'letto' in opere presenti a Roma numerose in quel tempo. Così cresce con i pennelli in mano questo giovane dedito ad altri studi, si va formando e dimostra una vocazione precisa al maturarsi degli anni. Entrano nella sua ottica le tecniche di grandi artisti come Cézanne e Carrà, il salto di luce dell'impressionismo, la storia della tradizione rinascimentale italiana, ma anche il ricordo dell'arte veneta per certi effetti luministici che irrorano le sue opere, È una maturità in grado oggi di proporre dipinti armoniosi, piacevoli, col gusto di antiche radici, dove la bellezza della natura viene completata dal manufatto a sua misura, in un'indagine che rivela amore per i cieli e le acque e gli alberi, bandita ogni immagine che ne possa travolgere la dolcezza, Cristina volutamente ignora le lacerazioni dei tempo presente, non si impegna per illustrare l'inganno o esaltare l'era industriale.
Raccoglie le proprie forze per recuperare un paesaggio non solo fisico, sceglie il sentimento di un paradiso inseguito come massima meta coloristica e vi pone la sua speranza. Ed ecco la sua terra intravista, luogo dì serenità, di clima metafisico.
Si farà riferimento per questo pittore al lavoro del padre Rodolfo, ottimo artista non ancora valutato nella giusta misura, ma le differenze tra Claudio, che tuttavia qualcosa delle ricerche ha assunto (penso al segno architettonico) e il genitore sono notevoli, anche per la diversità del temperamento. Rodolfo Cristina nei suoi lavori ha attenuato la luce, come se i soggetti proposti vivessero in un perenne crepuscolo, come l'attesa della sera, che dà al racconto un’atmosfera ferma, atemporale. In Claudio la luce è visibile, vivibile direi, il colore vi si immerge da protagonista, modulato con attenzione e tenerezza,
Due modi di dipingere, affini solo per la passione con cui padre e figlio vi hanno profuso un talento che non è di molti.
S. Croce Canterina, 15/11/1989.
ENZO LEOPARDI


Claudio Cristina
Il vero dalla realtà
Il gruppo di opere che Claudio Cristina espone a Roma appartiene ad uno dei tre filoni fondamentali lungo cui si svolge la sua pittura da tempo. Il primo è quello dei pescatori e dei ritratti a cui appartiene il Ritratto di Armando Brissoni, il secondo si riferisce alla stagione dei fiori e delle nature morte, per lo più quelle elaborate con forti riferimenti alla scuola impressionista e soprattutto alla lezione di Cézanne. Infine, i paesaggi: paesaggi, marine e case di Sicilia a cui si aggiunge il tema dell’albero, i Carrubi. Questa esposizione, che ho avuto l’occasione di vedere in anteprima nello studio di Pozzallo in provincia di Ragusa, è una premessa indispensabile per rendersi conto del cammino e della svolta che ha avuto l’arte di Claudio Cristina. A cominciare dal tema ultimo dei Carrubi, dipinto con una corposità solida e con brave pennellate in vista e con quei colori che mostrano ancora intenti impressionisti che del resto la pittura di Cristina ha sempre subito. Ma i dipinti che più fa piacere incontrare in questa mostra sono i paesaggi e le case di Sicilia, dove i bianchi assumono tutte le varianti di una gamma ora fredda ora calda e allo stesso tempo la sottile ritmica della pennellata ci fa entrare nel vivo della sua terra. Claudio Cristina è siciliano, di Pozzallo, della costa sud orientale della Sicilia. E la sua terra la porta sempre con sé. Nel cuore. Con i suoi colori, le sue luci, i suoi profumi. Ma, soprattutto, con la sua atmosfera di straordinaria suggestione poetica e insieme dorata, e musicale. La sua tavolozza non è mai ripetitiva. Di volta in volta è delicata come un’alba mattutina, impetuosa come una bufera d’inverno, luminosa e calda con un meriggio d’estate. Poi c’è quella luce varia e irripetibile ad ogni ora del giorno, ad ogni stagione. Una luce che sta dietro al colore, lo decanta, lo spinge in avanti e permette la sovrapposizione di toni diverse come velature. Devo aggiungere a questo punto che i dipinti esposti sono tutti bei pezzi, per non convincerci che questa sua terza fase non diverrà una fermata. E Claudio Cristina da bravo pittore sa cosa prendere e cosa lasciare.
Giuseppe Massimini


INDIRIZZO E TELEFONO PER CONTATTARE
CLAUDIO CRISTINA VIA LA VALLETTA,2
97016 POZZALLO (RG)
Tel. 0932955424
CELL.3381832377
Email : cristina.claudio@alice.it














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