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Giulia Melillo

"Giulia Melillo pittrice"

LIBRO DELLE VISITE
La mostra si è conclusa il 22/05/2010


CONTATTI:

email: mvolpi.artexpertisefirenze@gmail.com


Giulia Melillo
di Marina Volpi
Art-Expertise
Storici dell’Arte in Firenze

Giulia Melillo è una giovane artista fiorentina che attualmente studia all’Accademia di Belle Arti di Firenze. La sua opera è ancora in gran parte sconosciuta, essendosi appena affacciata sul mercato dell’arte. L’artista lavora prevalentemente su tela, alternando momenti figurativi, nei quali ancora mantiene un taglio accademico ed un’impronta realistica, a momenti che si avvicinano all’universo surrealista, in cui la sua fantasia e lo straordinario gusto compositivo vengono portati alla ribalta. Quando sceglie di concentrarsi sull’orizzonte surrealista, ispirandosi ad artisti come Dalì, Ernst e Magritte, spesso capita di trovarsi di fronte ad opere dal soggetto curioso, come in Maschera e bottiglia d’olio, una composizione di kubrickiana memoria ( in quest’opera sono palesi i riferimenti alle maschere usate da Kubrick in Eyes Wide Shut) abbinati in intenzionale stridore compositivo e particolare gusto estetico che si rivela per la scelta di forme e colori diversi. Così spesso sulle tele della Melillo ci troviamo ad osservare oggetti che nel mondo reale nulla hanno a che fare l’uno con l’altro, ma nel mondo dell’artista essi si trovano indissolubilmente legati ed in perfetta sintonia estetica. Il gusto estetico è forte anche nelle sue opere cupe, spesso monocromatiche, come in Paesaggio industriale, oppure quando sceglie di rappresentare oggetti inanimati che paiono però assumere connotazioni minacciose, come in Maschera anti-gas, in cui la maschera pare essere una sorta di cranio di una bestia gigantesca ed in decomposizione. Le ambientazioni scelte dalla Melillo sono completamente impregnate dal fascino derivato dalla potenza degli agglomerati tecnologici, e dallo stridore delle lamiere metalliche delle fabbriche. I momenti più alti della sua opera sono comunque da riconoscere quando la Melillo abbandona l’orizzonte accademico per concentrarsi sul mondo surreale che lei sente vicino, un mondo creato dall’artista stessa e che rimanda alle scenografie ed ambientazioni estrose di Tim Burton, punto di riferimento essenziale per la Melillo. Le sue tele più surreali presentano l’unione ed il felice connubio tra oggetti e figure prelevati dal suo passato, come un ricordo familiare che sulla tela è rappresentato da un’antica bottiglia di proprietà della madre, ed elementi che circondano la sua vita odierna, quella slegata dal mondo dell’infanzia, che resta comunque presente nelle opere della Melillo. L’artista spesso trova ispirazione anche nelle fotografie di ambientazioni naturalistiche marine, ed è quando osserva le foto che la sua fantasia, sempre governata da un altissimo senso estetico, si libera completamente. Ed ecco che sulle sue tele compaiono soggetti e forme di baconiana memoria, come Polpo, la cui testa rosea su fondo nero rimanda alle anatomie sgangherate dei personaggi angosciati del Francis Bacon più illustre. Compaiono anche elementi come Nudibranco rosa, in cui la Melillo rappresenta i molluschi nudibranco per il fascino che ella sente verso di essi, dal momento che nei fondali marini brillano di luce propria. Questo nudibranco in rosa pare essere più di un semplice mollusco, diviene una cellula, l’origine della vita, dal sapore vagamente erotico. I fondali marini sono indagati con l’occhio da esteta dell’artista anche in Medusa, una delle sue creazioni più recenti, in cui il fascino per il soggetto prende vita in un mare illuminato dalla medusa stessa, unica ed assoluta protagonista di un’opera che, formalmente, è raffigurata dall’artista mediante un fortissimo uso delle potenzialità materiche date dalla corposità dell’olio sulla tela. Attualmente l’artista si sta concentrando sulla produzione di opere materiche, nelle quali i suoi valori estetici e formali, che sulle tele dipinte ad olio ed acrilico la portano all’accostamento di oggetti o di cromie diverse tra loro, si trasforma in estetica della materia, generata dal connubio dei diversi materiali. Un lavoro che già Burri, con i suoi ostaggi, ha compiuto; prelevando dalla realtà oggetti diversi per riaccostarli sulla tela, come se essi fossero la tavolozza di colori scelta dall’artista, trovando ed analizzando quindi un nuovo pittoricismo. La Melillo ha partecipato al Social Forum di Firenze nel 2006, esponendo due opere sul tema del disagio giovanile dagli anni Sessanta ad oggi, al concorso indetto dal Teatro Comunale di Firenze per la realizzazione dei bozzetti di scena e dei costumi per la Turandot ( 2007), al concorso per la realizzazione di un oggetto di design per la casa indetto da Artex (2008), al concorso per la realizzazione dei pannelli decorativi per la casa farmaceutica Lilly di Sesto Fiorentino ( 2009).














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