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Elisa Sestini nasce a Cortona il 5 Febbraio del 1980. Fin da piccola dimostra subito la sua grande passione per il disegno, la pittura e il mondo dell’arte in generale. Si diploma all’Istituto Statale d’Arte “Piero della Francesca” di Arezzo, con indirizzo “Moda e Costume Teatrale”.
Lavora per un periodo nel campo della moda e successivamente si laurea in “Scienze dell’Educazione e della Formazione” presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo.
Attualmente, oltre a svolgere varie esperienze lavorative come educatrice, coltiva la sua arte esponendo in numerose mostre collettive e personali.
Viene da pensare e credere, soffermandoci sui dipinti di Elisa Sestini, che l'anima grande di tutta la realtà sia la luce. La sua proprietà è la chiarezza e benché non si avverta alcuna sosta calligrafica, la visione si propone perfettamente definita. Talvolta le visioni hanno un velo di poesia e si allontanano nella leggerezza di un sogno; altra volta la luce è animata da una sorta di magnetismo: si sofferma sulla giovinezza degli incarnati ed è il segreto della bellezza. In effetti la presenza pressoché costante della giovane figura femminile nei quadri della Sestini non fanno sicuramente monotonia: è anch'essa espressione della quotidianità; ma quella espressione del volto curata fino al limitare del pathos, il portamento, la delicatezza e il mistero dei tratti e la centralità della sua dimensione ripropongono il grande ruolo della donna, la sola in grado di generare armonie e dolcezze. Non vi è figura di donna che la Sestini non abbia dipinto non v'è immagine di donna discinta, di donna sognante, di donna pensierosa, di donna crisalide che non venga investita dal necessario rispetto, dalla necessaria considerazione. Una donna intesa come componente essenziale e regolatrice di un sentimento che è stato e sarà sempre alla base di ogni vera e convinta espressione artistica. E il tutto accade perché la sua pittura viene dal cuore, dall'anima, dal suo ideale di bellezza, oltre che da doti temperate con lo studio e l'esercizio. Il tutto accade perché nella sua tavolozza i sentimenti si trasfigurano e si trasformano in espressioni di grazia e di poesia. Sono poesia i suoi colori, i suoi disegni perfetti dai quali emergono, come per magia, donne belle dalle attese sublimi, dalle pose languide e seducenti, che non accendono alcun turbamento. E nelle numerose rappresentazioni emergono la prodigiosa freschezza dell'emozione e quella intatta forza dello sguardo che indugia innamorato sulle cose suscitando forme sorprendenti e colori di perenne suggestione. E la donna così come appare nelle sue molteplici manifestazioni non è certamente a se stante, non è dipinta per un effetto esteriore, bensì subordinata a momenti che rivelano situazioni estetiche e psicologiche. E questa costante presenza parte dal presupposto che nell'immagine femminile si raccolgono le estasi poetiche dell'universo, quasi un ventaglio di percezioni intime che dall'interiorità dell'artista si diramano in altre misteriose direzioni. Una presenza che vuole essere anche un pretesto, forse, per dare vita, oggi, in tempi niente affatto facili per la donna, a una pittura capace di suscitare, con quelle realtà corporee soffuse di luce, un pensiero sulla donna, che seppur antico, non è mai superato, come non è superato il Poeta che lo concepì: "Ne li occhi porta la mia donna Amore per che si fa gentil ciò ch'ella mira...".
Nicola Caldarone
Nei dipinti di Elisa Sestini ogni figura è uno sguardo verso l’introspezione.
I suoi spazi non sono empirici ma raffigurazione delle atmosfere interiori, quasi che l’aria stessa divenisse percezione di un qualcosa che va percepito col cuore oltre che con la vista. Le sue figure sono palesi rappresentazione di donne che divengono, nell’incanto del suo genio pittorico, raffigurazione di un sentimento, di una sensazione, di un’ emozione.
Le sue opere hanno la consapevolezza di Turner, la malinconia di Fattori e l’attualità di Hopper, ma l’originalità che rende unica quest’ artista è che gli occhi delle sue donne hanno la persistenza e la ragione dei sentimenti pur nell’assenza del simbolo.
In Elisa Sestini la donna non è ideale di bellezza, ma mezzo insostituibile e inderogabile per giungere ad una bellezza che sa di ricordo, di sogni, di speranze, di desideri, di rabbie e di libertà. Questa artista riscopre il senso antico della malinconia che non ha i tristi sinonimi moderni, ma è la molla che permette di riscoprire il gusto di meravigliarci delle piccole cose e rimanere giovani, senza età, senza tempo, né tempi.
Alberto D’Atanasio
Docente di Semiologia dei Linguaggi non Verbali e Storia dell’Arte
