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Roberto Ciabani

"Bonanno's Story"

LIBRO DELLE VISITE
La mostra si è conclusa il 01/05/2007


CONTATTI:
ciabani@alice.it
tel. 055 483552

La presente mostra è collegata alla omonima personale di pittura allestita presso il Ridotto del Teatro del Popolo di Castelfiorentino, Piazza Gramsci, 77 dal 31 marzo al 15 aprile; apertura dal giovedì alla domenica e lunedì di Pasqua dalle ore 17 alle 19,30.
Inaugurazione sabato 31 marzo alle ore 18.

Roberto Ciabani è nato a Firenze nel 1939, dove vive e lavora. Diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, ha in seguito frequentato vari corsi di specializzazione negli Stati Uniti, ad Amsterdam e alla Sommerakademie di Salisburgo per l’incisione.
Al suo attivo, come pittore, si contano numerose mostre personali ed altrettante collettive e concorsi in Europa, U.S.A. e Australia.
Le opere di Roberto Ciabani si trovano in varie collezioni pubbliche e private sia in Europa che negli Stati Uniti le più importanti delle quali sono: Fry Museum di Seattle, National Bank di Medford, Comune di Firenze e Museo Nazionale del Bargello. Numerosi i lavori pubblici in varie parti del mondo. per la medaglistica, dal 1987 sue medaglie fanno parte della collezione del Museo Nazionale del Bargello di Firenze.
Notevole anche il suo lavoro nel campo della ricerca storica e della poesia.
Imponente la sua bibliografia e gli scritti dedicatigli da critici e personaggi della cultura.


Nell’opera di Ciabani, la figura del gatto Bonanno merita una particolare attenzione, in quanto rappresenta il tratto di unione fra la pittura dell’artista degli anni ’70 e quella attuale. Questo gattino nero, presente in tutti i dipinti, è una discreta presenza “storica” che ricorda l’origine, l’archetipo di questa espressione ed è raffigurato nella sua sintesi estrema immutato e immutabile. Quando Ciabani incontrò il simbolico animalino nero nel parco di una villa sulla via Bolognese, non aveva ancora un nome. Successe poi che in quel periodo si trovò a Pisa per incontrare Bonanno Pisano e così il micino prese il suo nome. Dalla sua perenne presenza nelle composizioni dell’artista, nel 1972 nacque la mostra “Bonanno’s story”. Da allora il gattino è una presenza costante nelle opere di Ciabani, cariche di simboli: alberi, alchimie, arcobaleni, candelabri, fiori, finestre, labirinti, numeri, pavoni, quadrati magici, scacchiere, serpenti, torri e uccelli coloratissimi che trasportano in un universo fantastico e carico di vitalità gioiosa.

"Questa mia produzione ha le sue lontane radici nei primi anni ‘70, quando la mia attenzione era rivolta alla pittura del Gruppo KO.BR.A.
... Avevo già avuto la fortuna di conoscere Appel quando mi trovavo ospite per una borsa di studio della Accademia Reale di Amsterdam e visitare il suo studio fu come entrare nella caverna di Alì Babà, tanta era la ricchezza contenuta... Qualche tempo dopo, alla Sommerakademie di Salisburgo conobbi Corneille e questa conoscenza fu per me determinante...
... Ancora oggi non so spiegarmi come e quando cominciò ad attenuarsi il mio interesse per l’esperienza Cobra, ma gradualmente mi trovai a percorrere nuove strade indirizzate verso una linea iperrealista, che attraverso varie purificazioni e approfondimenti è proseguita praticamente fino a ieri.
Il mio oggi artistico nasce da una scintilla, un caso, un’occasione...
i miei dipinti, non più solo istintivi e meramente autobiografici come nei primi anni ‘70 sono strutturati come architetture; non a caso ogni quadro è l’ultimo derivato di un’intuizione, di rapidi schizzi e di un disegno definitivo.
I tasselli, gli elementi, le “tessere” di cui mi servo vengono spesso da molto lontano: in un solo crogiuolo si fondono le immagini delle pitture egizie, dei dipinti taoisti cinesi, delle miniature alto-medievali. A queste si aggiungono immagini provenienti dall’arte romanica e da quella gotica e molti sono i “bestiari” e gli “erbari” che ho visto.
... La mia attuale pittura non si propone come una raccolta di termini occulti, ma anzi con un intento divulgativo di un complesso contesto di filosofia ermetica in termini semplici e prevalentemente figurali.
... Durante queste mie ricerche di immagini e di contenuti ho notato che esiste fra le varie filosofie ermetico-esoteriche un filo conduttore che le unisce. Mi sembra di averlo individuato nella volontà di raggiungere quanto si ritiene irreperibile nella dimensione “normale” rivolgendosi ad una dimensione alias, al “mito”... il mito nasce come risposta all’ansia dell’individuo; un’ansia che si placa quando si riesce ad intuire un punto di riferimento risolutivo.
... Mi piace pensare a queste mie composizioni come ai capitoli di una panteoleggenda, una sorta di favola per adulti dove convivono personaggi mitologici, pianeti, quadrati magici, oggetti rituali, simboli alchemici, cabalistici e zodiacali provenienti dagli inesauribili depositi di immagini vetuste, ma anche del presente, che si uniscono ad una simbologia più intima, acquisita e maturata negli anni...”
Roberto Ciabani













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