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Loredana Campa

"Percorsi"

LIBRO DELLE VISITE
La mostra si è conclusa il 27/02/2014

Biografia



NOTE BIOGRAFICHE:
Nata nel 1967 a Galatina (Le) dove vive e lavora. Dopo la maturità conseguita presso L’Istituto d’Arte “G. Toma” di Galatina si Laurea in pittura nel 1991 presso “L’Accademia Belle Arti di Bologna”.
Nel 1994 frequenta un corso di Illustrazione editoriale presso il Centro di formazione “Galileo” di Bologna e nel 2002 ottiene l’abilitazione all’insegnamento di discipline artistiche e sostegno.
Nel 2007 consegue presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce la Laurea di 2° livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo indirizzo pittura.

ESPERIENZE LAVORATIVE
Ha organizzato dei laboratori di pittura e ritratto presso centri ricreativi e studi d’arte in vari periodi.
Ha lavorato per circa otto anni in varie scuole pubbliche medie e superiori come docente di educazione artistica, disegno e storia dell’arte e sostegno.
Ha al suo attivo una cinquantina di mostre sia collettive che personali in Italia e all’estero e la partecipazione a numerosi concorsi di pittura con vari riconoscimenti

MOSTRE E CONCORSI:
HA PARTECIPATO A VARI CONCORSI DI PITTURA TRA I QUALI:
Modena - “3° Biennale Giovani Artisti Modenesi B - GIAM” 2002 ;
Novara - “Premio Nazionale città di Novara” edizione 03/04/05;
San Benedetto del Tronto - “Biennale Adriatica di Arti Nuove” 2003;
Milano - “Premio di pittura Carlo della Zorza 04” 5°edizione organizzato dalla galleria Ponte Rosso;
Merate (Lc) - “Premio Biennale d’Arte D. Frisia‘04” organizzato dal comune di Merate;
Tuglie(Le) – “Premio di pittura Cosimo Sponziello,05” organizzato dal comune di Tuglie;
Bari - “st.Art Hub 2012” organizzato dall’ Associazione culturale Fabrica Fluxus Lab di Bari.

SEGNALAZIONE E PREMI:
E stata selezionata al concorso:
“Premio Celeste San Gimignano” San Gimignano (Si) edizione 04/05 curato da Gianluca Marziani.
Ha ottenuto una segnalazione di merito ai seguenti concorsi:
“3° Biennale d' arte Internazionale di Roma ‘00” Sale del Bramante organizzato dal CIAC
“Profumo di donna, Premio della cultura della presidenza del Consiglio dei Ministri 2004” Roma org. dal CIAC.
Ha ricevuto il 1° premio al concorso:
“Art in Progress.‘04”organizzato dal Centro d’arte Palazzo Marini a Lecce.


MOSTRE PERSONALI:
1993 - Saletta S. Giovanni - Modena“L’Unico” galleria d’arte il Graffio Bologna - mostra curata da Valerio Dehò
2000 - Galleria d’arte il Circolo del Collezionista - Galatina (Le)
2001 - Sala di città del Municipio di S. Lazzaro di Savena (Bo)
2002 - “Sincronie” Galleria d’arte Catùs - Bologna
2003 - “Tracce” galleria Artemisia – Modena
2010 - “White Wall – Suburbs” minipersonale Ashanti®galleria Roma – mostra curata da R. Cinzio

MOSTRE COLLETTIVE:
2006 Museo d’Arte Moderna Castello Carlo v di Lecce, Sala del Bastione - org.dall’ Ass. il Segno di Lecce

1997 Seconda biennale d’arte Internazionale di Roma – organizzata dal CIAC di Roma


2000 “Arte in movimento” sala del Bramante Terza Biennale d’arte di Roma - organizzata dal CIAC di Roma.
Galleria l’Angelo Azzurro – Roma
Galleria d’arte Catùs – Bologna

2001 Biennale d’Arte contemporanea “Il De Nittis” Barletta – presentata dal Circolo del Collezionista di Galatina
“ArtistiKa”ex Conservatorio di Sant’Anna –Lecce
“Montichiari 9° Mostra mercato d’ Arte Contemporanea” Brescia - presentata dalla galleria d’arte Catùs
“Arte al femminile” galleria d’arte Il Circolo del Collezionista - Galatina (Le)

2002 “Colori di primavera” galleria d’arte Il Circolo del Collezionista - Galatina (Le)
Ex Convento di Scuole pie organizzato dal Centro di cultura “ Mediterranean” - Brindisi

2003 Galleria d’arte Ars Italica - Milano
“Proposte” galleria d’arte Percorsi d’arte - Casarano (Le)
“Arte e poesia” Palazzo de Jiudicibus Casarano (Le) - organizzata dalla galleria d’arte Percorsi d’arte
“Momenti d’autore” galleria Percorsi d’arte - Casarano (Le)

2004 La Galerie Du Dragon – Mons (Belgio)
“Artexpo International , Fiera Internazionale di Montecarlo” Principato di Monaco – presentata dalla galleria d’arte Catùs di Bologna
“Art in Progress. ‘04” Castello Carlo v di Lecce, Sala del Bastione – org. Dal centro d’arte Palazzo Marini.




2005 Premio Europan Arteam Prize 3° edizione 05’” Museo civico di arte contemp. di Albissola Marina (SV) – org. dal ass. culturale Arteam.
Art & Fashion Festival” The Glass Bridge Burjuman Centre – Dubai UAE
“Premio Cupra 2005”- Sala Polivalente Associazione Pro-Loco – Cupra Marittima (Ap
Arte in Comune, incursioni itineranti d’arte” Palazzo Raho Zollino (Le) – mostra curata da Augusto Cavalera
“ Il Tempo del Tempo” Castello Normanno Svevo di Mesagne (Br) – mostra curata da Rita Tondo


2006 The Eclectic Art and Coffee House– Dubai (UAE)
“Immagini e Memoria” galleria d’arte moderna e contemporanea Port’aperta – Villa Castelli (Br.)
“Art & Fashion Festival 06 ” The Glass Bridge Burjuman Centre – Dubai UAE
“ Un quadro per cuore amico” cuore amico progetto salento solidarietà, Accademia di belle arti di Lecce

2007 “ Prima Parete” Confindustria Lecce – mostra curata da Toti Carpentieri
“Uncomfortable Landscapes” Primo Piano LivinGallery Lecce – mostra curata da Dores Sacquegna
Gallerie Tartaro organizzata da Art & Ars Gallery Galatina (Le) – mostra curata da Angela Serafino

2008 Galleria Det Gule Galleriet – Stavern (Norway)
Galleria Il Grifone – Lecce

2009 “Contemporaneamente” galleria d’arte Gnaccarini – Bologna
“Incontri” Rassegna d’ Arte Contemporanea, galleria d’arte Tracce – Lecce

2010 Tracce Contemporanee 2010 –1° Biennale del Salento” Castello Carlo V Lecce – mostra curata da Marina Pizzarelli
“Dissolvenze Incrociate - 5° Biennale Inter. di Ferrara” Chiostro di S. Anna e Salone S. Francesco di Ferrara presentata dalla Galleria Zamenhof Milano – mostra curata da Virgilio Patarini
“Inside Outside – l’invisibilità del visibile” Primo Piano LivinGallery Lecce – mostra curata da Dores Sacquegna

2012 “Nature Naturans” Primo Piano LivinGallery Lecce – mostra curata da Dores Saquegna
“Urban Life – cultures transition identities” Primo Piano LivinGallery Lecce – mostra curata da Dores Saquegna
“Hic Ec Nunc – Qui ed ora il Tempo dell’Arte” Primo Piano LivinGallery Lecce – mostra curata da Dores Saquegna
2013 “Arte & Natura” Primo Piano LivinGallery Lecce – mostra curata da Dores Saquegna
“Global Connection Show” Primo Piano LivinGallery Lecce – mostra curata da Dores Sacquegna

Hanno scritto:
Valerio Dehò, Eleonora Magro, Augusto Cavalera, Antonio Stanca, Barbara Fiori, Valentina Antonucci, Dores Sacquegna, Carmen De Stasio,
Marina Pizzarelli, Angela Noya, Marinilde Giannandrea, Virgilio Patarini.


Hanno pubblicato:
Michele Fuoco, Giancarlo Fabbri, Antonio Secchi.






Recensioni


LOREDANA CAMPA - ESTRATTI DI RECENSIONI

PERSONALE – SALETTA “ S. GIOVANNI” – 1993 MODENA
(LA GAZZETTA DI MODENA – 19 FEBBRAIO 1993)

“…La giovane artista, diplomata in pittura presso L‘Accademia di Belle Arti di Bologna, dove ha potuto seguire i corsi del professore M. Venturelli, ha la pennellata agile per dar corpo a paesaggi, nature morte, fiori e nudi, manifestando una gioia compositiva, un anelito incessante verso forme di libertà.
La matericità di alcune composizioni, determinata da interventi a spatola, sembra assorbire un ricco tessuto di vibrazioni che scaturiscono da un fertile scandaglio di certi aspetti dell’ambiguità del reale….”
Michele Fuoco

PERSONALE DAL TITOLO “L’UNICO”- GALLERIA “IL GRAFFIO” - 1996 BOLOGNA
(CATALOGO MOSTRA)

“….La pittura di Loredana Campa vive in apparenza all’interno dei generi, ma se ne allontana perché in essa emerge con forza e felicità l’atto del dipingere.
Ancora una volta non è l’oggetto della pittura a determinare la definizione, ma le sue modalità: gli spessori del colore e le dimensioni delle opere sono scelte di un arte riflessiva quanto spontanea…”
Valerio Dehò

PERSONALE – GALLERIA “IL CIRCOLO DEL COLLEZIONISTA” - 2000 GALATINA (LECCE)
(IL GALATINO – 14 GENNAIO 2000)

“….Dall’inizio della sua attività pittorica, l’autrice con estrema coerenza e precisa finalità ha cercato di mantenere un linguaggio espressivo chiaro ed essenziale, con il quale ha saputo conferire particolare risalto ai suoi soggetti; tale linguaggio, senza trasformarsi radicalmente, ha comunque registrato una naturale evoluzione interna che ha coinvolto soprattutto i colori, caratterizzati da contrasti sempre più sfavillanti ed accesi.
Con naturale immediatezza l’artista stende sulla tela un reticolo variegato di pennellate, tutte generate da una gestualità rapida e nervosa che le rende adatte non solo a rappresentare l’immagine nella realtà ma a cogliere di questa l’atmosfera. Il colore, la luce, la rapida pennellata che fissa gli oggetti sulla tela; i motivi spesso ripetuti per meglio indagarli, provare e riprovare sulla natura la pittura, assaporare sensazioni che si trasformano in immagini, ecco ciò che ama fare Loredana con la sua arte, vera passione della sua vita…”
Antonio Secchi

COLLETTIVA – GALLERIA “CATÙS” - 2000 BOLOGNA
(COMUNICATO STAMPA)

“…. Tramite una gestualità rapida ed essenziale, Loredana esprime il legame sempre vivo con il suo luogo di origine: la Puglia; fonte continua di ispirazione con la sua natura aspra e selvaggia e i suoi colori caldi e luminosi. Con un amore costante che si rigenera e si rafforza continuamente, cerca di catturarne i tratti fondamentali ma in particolare di cogliere la spiritualità che pervade quei luoghi. E’ senza dubbio un modo di leggere e di rappresentare la natura del tutto personale; Loredana ci propone un a pittura paesaggistica fatta di visioni liriche ed intimistiche che, pur partendo dal lato della realtà, dà un’osservazione concreta ed oggettiva del mondo, ci vengono restituite trasfigurate e rielaborate.
L’opera di reinterpretazione avviene principalmente grazie al colore che assume il ruolo di protagonista assoluto. L’artista lavora tramite grandi campiture cromatiche utilizzando soprattutto la spatola, quest’ultima permette rapidità di esecuzione e forte libertà espressiva. I tratti veloci che solcano la tela, a volte con violenza e l’uso materico del colore sembrano cogliere l’esigenza profonda dell’artista pugliese di comunicare ed esprimere ciò che è nel profondo del suo essere.
I quadri di Loredana non nascondono mai il fatto di essere tele dipinte, non celano mai il processo creativo da cui hanno avuto origine anzi, c’è un’intenzione conscia dell’artista di lasciare intravedere il supporto grezzo, parti di tele dipinte, quasi per voler rendere partecipe lo spettatore dei diversi stadi che sono stati necessari per giungere all’opera finita o anche semplicemente per il piacere estetico creato dal forte contrasto tra le parti non finite e la superficie di colore. I paesaggi e le nature morte rimandano gli uni agli altri con notevoli variazioni, continui approfondimenti dei medesimi temi, per cui potendoli osservare insieme, appare chiaro come l’interesse di Loredana sia finalizzato anche alla ricerca ed allo studio delle molteplici possibilità che possono nascere nel rielaborare e nell’affrontare, secondo prospettive e punti di vista diversi, le stesse tematiche…”
Eleonora Magro

PERSONALE – SALA DI CITTÀ - 2001 SAN LAZZARO DI SAVENA (BO)
( IL RESTO DEL CARLINO - BOLOGNA, 10 MARZO 2001)

“….Indubbiamente questa artista ha un gesto sicuro, deciso e un senso del colore felice.
Colori solario e puliti, spalmati senza sbavature e ripensamenti a creare contrasti violenti come in una giornata estiva. Tinte eccitanti alla vita che casualmente, all’apparenza, compongono paesaggi e figure con tratti essenziali ma rivelatori. Dipinti che, pur nella loro estrema e voluta semplicità, non passano inosservati…”
Giancarlo Fabbri
COLLETTIVA DAL TITOLO “ARTE AL FEMMINILE” - IL CIRCOLO DEL COLLEZIONISTA- GALATINA (LE)
(COMUNICATO STAMPA)

“…Loredana Campa presenta delle pitture ad olio su tele di varie dimensioni. Il soggetto più frequentemente rappresentato, al quale va la sua naturale preferenza, è il paesaggio di vario genere: urbano campestre e marino.
Lo strumento principe con il quale stende i suoi corposi impasti di colore è la duttile spatola, che manovra con disinvolta maestria, alternando campiture ampie a frammenti minuti e spigolosi.La ricca gamma di colori utilizzati si basa su toni luminosi e , spesso , a forte contrasto.
I singoli elementi che ne costituiscono l’immagine sono ingabbiati in masse sobrie ed essenziali, provviste talvolta di contorno perimetrale.
Le sue immagini, che appaiono obbligatoriamente geometrizzate per l’impiego delle spatolate, poggiano strutturalmente su un robusto impianto compositivo, avvalorato da un rigoroso senso prospettico.
Sono visioni suggestive di estrema pulizia pittorica che generano nell’osservatore uno stato di rassenerante benessere psicologico….”

Antonio Stanca

PERSONAL DAL TITOLO “SINCRONIE” - GALLERIA D’ARTE CATÙS - 2002 BOLOGNA
(COMUNICATO STAMPA)

“…Alla delicatezza dei paesaggi della pittrice, non si addicono i fasci violenti dei riflettori, ma piuttosto l’aurea ovattata che solo il lume delle candele possono contribuire a creare. E’ solo con esse che le opere ci parlano veramente, come se la calda fiamma della cera schiudesse un paesaggio tra il muro costruito dalle norme comportamentali che siamo obbligati a seguire, permettendo il fluire verso l’esterno del fiume delle nostre emozioni più intime.
“L’astrazione può essere considerata come una risposta all’esigenza dell’artista di dar forma materiale a qualcosa che per natura è molto astratta cioè le sensazioni più intime del pittore, ma soprattutto come conquista di una nuova forma espressiva, che si allontana dai codici pittorici tradizionali. E’ per ciò che quando si guardano i quadri di Loredana Campa, la prima caratteristica che s’impone ,è la ritmicità dei colori che costituiscono le forme, i quali si schiudono agli occhi dell’osservatore in un mondo di immagini interiori . Ogni sua opera può essere considerata come uno spiragli lasciato volontariamente aperto dalla pittrice per far affiorare la propria interiorità, ed infatti il suo lavoro, non si muove nella volontà di rendere perfettamente riconoscibile l’oggetto, da ciò, la scomparsa delle linee di composizione, la negazione di fondali, e la definitiva frammentazione dello spazio pittorico.
Ogni spatolata di colore nelle opere di Loredana Campa, richiama in un susseguirsi di echi, la sua realtà ancora fortemente legata alla terra di origine ,la Puglia.
E proprio la splendida luce cristallina, i meravigliosi azzurri, i turchesi del mare pugliese, passato che attraverso le opere acquistano un’esistenza sempre attuale, come immagini senza tempo. La forza delle sue opere risiede nell’esigenza di comunicare i propri sentimenti attraverso l’espressione gestuale, la quale conseguentemente fa perdere di vista il valore del dettaglio nelle rappresentazioni, per far vibrare il ritmo intenso del magma cromatico, attraverso la negazione della pennellata.
L’equilibrato delinearsi delle forme, si giova dell’assenza della prospettiva negando il valore evocativo creato dalla profondità illusoria, in quanto è inutile imporre una forma rigida e data come eterna a ciò che per natura non ha forma stabile, le sensazioni, perché è la sensibilità personale che muta il suo apparire.
L’atmosfera che avvolge quei frammenti di realtà, i quali appaiono come interiorizzati, rielaborati da un occhio interno ideale, allontana gli stessi paesaggi e vasi di fiori dalla loro esistenza reale, trasfigurandoli in una visione personale, ma senza abbandonare un certo grado di riconoscibilità , discernibile solo con la visione dell’opera nella sua interezza.
L’articolazione del suo linguaggio pittorico, si fonda sulla particolare consistenza materia, che fa sì che i paesaggi si sfaldino, e si ricostituiscano in una forma altra rispetto all’immagine reale, con gli innumerevoli tasselli di colore, che si sovrappongono si amalgamano, acquistando i connotati della leggerezza che, non a caso è la caratteristica delle sensazioni allo stato puro.
L’acuta sensibilità di Loredana Campa, è perfettamente visibile, nonostante l’utilizzo di una tecnica pittorica di per sé fortemente materia, che tuttavia non cela la delicatezza e l’impalpabilità di fondo, di gusto specificatamente femminile…”
Barbara Fiori

PERSONALE DAL TITOLO “ TRACCE” - GALLERIA D’ARTE ARTEMISIA - 2003 MODENA
(LA GAZZETTA DI MODENA – 6 GIUGNO 2003)

…. La giovane artista, le chiama marine, paesaggi, vaso con foglie, ricordo d’isola, ma anche tracce, orizzonti, fantasie , quasi ad indicare la simulteneità e l’amalgama di elementi reali ed astratti.
Una trama di possibili presenze che Loredana risolve con spessori materici che rendono difficile determinare il confine tra figurativo e astratto, tra realtà e fantasia. Di certo si avverte un desiderio di decantazione delle cose, una tensione compositiva che produce rapporti di coralità d’immagine che aspira alla purezza attraverso colori di luce…..
Michele Fuoco

COLLETTIVA CONCORSO “ART IN PROGRESS. 04” - MUSEO D’ARTE MODERNA CASTELLO CARLO V - LECCE

Ampie, luminose distese di colore costruiscono l’ immagine nelle opere di Loredana Campa. La materia pittorica è densa, ricca, rivela l’interesse e la fascinazione che l’artista prova per l’arte informale del secolo scorso. Così come aveva fatto Nicolas de Stael negli anni ’50, anche la Campa adotta la spatola per stendere e strutturare la massa cromatica: una tecnica difficile, che richiede grande abilità gestuale e sicurezza d’intenti.
Vi è una qualità particolare, nella produzione della Campa, che mi preme in particolare mettere in rilievo, e che si va facendo evidente soprattutto nelle sue ultime opere, come se fosse appunto il nucleo espressivo originario della giovane artista che vada maturando ed emergendo con sempre maggior consapevolezza.
Questa qualità si definisce attraverso i requisiti della essenzialità e della rarefazione e sembra realizzarsi attraverso un processo di decantazione concettuale dello spunto figurativo.
L’ immagine è tutto nella mente, chiara e limpida. È nata da un ricordo, da un desiderio, da un frammento di esperienza, ma lo spunto ancorato alle radici del vissuto si è sciolto il più possibile dal suo legame per andare ad adagiarsi sulla superficie duttile e recettiva del pensiero artistico della pittrice. E, lì, ha trovato la sua forma: la sua vera forma. E’ allora che la mano ha potuto sollevarsi munita di strumento, per andare incontro all’evento creativo e alla realizzazione del destino dell’immagine. Perciò il gesto è semplice: non dirò sciolto, non dirò rapido. Non mi sembrano questi i termini più adatti a definirlo: il gesto è semplice in quanto essenziale, in quanto mirato e adatto alla realizzazione materia dell’opera mentale.
C’è una grande calma, nell’opera di Loredana Campa; non esiterei a riconoscervi una calma che è qualità spirituale dell’artista: non parlo ovviamente del vissuto quotidiano, bensì della sua esperienza pittorica, del suo rapporto con la pittura. E’ la calma di chi riesce a catturare l’idea artistica – che, come farfalla, tende,si sa, a sfuggire capricciosamente. E’ la calma di chi riesce a definire entro una gamma cromatica magicamente efficace – perché, ancora una volta, semplice – gli stimoli visivi del reale e le eco affettive ed emotive che questi suscitano. E’ la calma, anche, di chi sa padroneggiare il proprio mezzo, nella sua complessa articolazione (composizione, disegno, coloritura), ma non sente alcun impulso ad abusare di tale padronanza, né ad ostentarla.
Può succedere che in parte il dipinto resti misteriosamente “sospeso” in una sorta do non - finito che sembra esprimere – come quello del tardo Cèzanne – la in essenzialità della rifinitura; la felicità di scoprire che l’ essenziale, nell’opera, è già stato detto: una chiusa sarebbe retorica e sarebbe mancanza di rispetto di fronte al verificarsi di questa poeticissima completezza dell’incompleto. E’ certo un cogliere l’attimo: l’attimo esatto in cui l’impasto di colore e la spatola, il tratto di matita e il pennello, e infine la tela bianca, come strumenti musicali in perfetta sintonia, abbiano prodotto esattamente l’effetto voluto, abbiano fatto scaturire tutta la luce e tutta l’intensità cromatica e abbiano fatto emergere l’idea, il soggetto, senza , gravarlo di peso…E’ in quel cogliere l’attimo che si compie l’operazione artistica di Loredana Campa: operazione di coraggiosa intelligenza dell’atto creativo, ove questo aspiri a produrre un effetto di risonanza e significazione lirica dell’animo di chi guarda.

Valentina Antonucci




Collettiva dal titolo “ Uncomfortable Landscapes”- Galleria Livingallery 2007 Lecce
(catalogo mostra)

Loredana Campa (nasce nel 1967 a Galatina-Le dove vive ed opera) ha spostato il suo punto di vista, tirandosi fuori dal sociale, per raffigurare il paesaggio e gli orizzonti aperti, mobili. La sua visione è quella di mettersi in posizione alternativa rispetto a quella del fotoreporter che si accosta all’attualità, unendo pittura e fotografia.
Dores Sacquegna



EFFERVESCENZA CONTEMPORANEA: LA PITTURA DI CAMPA
(Salento Pocket attualità , costume cultura - Lunedi 26 Ottobre 2009)

Per questo ulteriore appuntamento, l’incontro è con una pittrice galatinese, Loredana Campa, per la cui espressione artistica smuovo le sensibilità e le capacità emozionali ...

Ancora una volta mi accingo a parlar di arte e di artisti. Ancora una volta tento umilmente e in maniera – mi auguro – esaustiva a diffondere la meritata conoscenza di quanti, provenienti dal bel Salento, varcano da tempo i confini spaziali e diffondono in luoghi diversi distintive prospettive, meritando i giusti riconoscimenti.

Per questo ulteriore appuntamento, l’incontro è con una pittrice galatinese, Loredana Campa, per la cui espressione artistica smuovo le sensibilità e le capacità emozionali per definirne il tratto gentile e delicato, deciso nella contemporaneità di una riflessione che diventa segno dell’interpretazione delle cose.
La proiezione dell’artista sulla tela è carattere distintivo di chi vive le cose. Vive accanto a loro.

Ciò che gratifica l’occhio dell’osservatore è il senso immediato di condivisione. Non una fredda fotografia, ostacolata dalla materialità: piuttosto Loredana Campa elimina ciò che potrebbe essere orpello addizionale, svilente, fuorviante e pericolosamente dominante, lasciando emergere solo la scarna ed essenziale immagine delle cose, che diventano esse stesse dettaglio di meditazione.

La scomposizione della forma punta l’obiettivo artistico su quanto si intende percepire. Da qui, nella dissolvenza-dissoluzione cromatica, l’opera acquisisce una dimensione di teatralità concessa e concepita attraverso lo schermo che tonalità di fuoco, irreali, iper-reali contribuiscono a rendere in una visione illusoriamente infantile, coloristica, pur nella tratteggiatura dei dati.

Nella condensazione di una forma dall’apparente asprezza, i toni si ammorbidiscono fino a veicolare il riscontro di paesaggi dell’anima sincronizzati con la caratteriale levità di chi vive il momento artistico come intento a guardare oltre la forma. Ed oltre la forma si concepisce il sottile contenuto nascosto dietro e nella squillante effervescenza di tonalità inquiete, apparentemente “solari”, che vibrano nell’irrequietezza di un momento storico che festoso non è. Loredana Campa dipinge la cultura del tempo in cui è immersa: uno sguardo obliquo sulle cose, mai prospettate nell’integrità del punto di vista in proiezione orizzontale; l’artista non riprende il paesaggio totale, ma solo una porzione di esso, ovvero ciò di cui è in grado nella fisicità di percepire l’espressione.

Dell’esistenza ella assume la parzialità e la impone nelle opere senza stravolgimenti, senza indugiare su circostanze da inventare o chiarire. In maniera assolutamente silenziosa, evocando l’arte pittorica di molta espressione americana del ‘900 (si pensi a Hopper su tutti) Loredana Campa irrompe con uno sguardo semplice e discreto, fortemente incisivo e determinante per procedere sub-limes, oltre la misura della visione.

In questo senso l’operazione artistica è stimolo ad aprire e varcare la soglia di dimore vissute mai fino in fondo. Percepite e solo pensate, immaginate nella congerie degli stimoli percettivi ed olfattivi, da cui emergono fragili con le loro fragilità. Si concepisce l’opera come iscrizione dell’artista che vive pienamente il contesto, vive le cose, nutre un profondo rispetto per queste, se ne distacca, non ne acquisisce in pieno la natura, ne respira appena la fragranza e se ne allontana immediatamente.

Rispetto, ossequio. O gesto di rappresentazione dell’individuo che permette solo alla fantasia di varcare la soglia, di penetrare ambiti vissuti nella soggettività e che nulla hanno a che fare con l’etereo. Non è il tratto di applicazione dell’immaginazione scomposta e forzata nei confronti di un pubblico che debba penetrare oltre la tela. Non si tratta di indifferenza. In realtà, come è giusto che sia, l’artista vero dipinge per se stesso. Deve piacersi e amarsi.

Poi, forse, potrà condividere, alieno da compiacenze. La solidità delle cose, degli sguardi non permette voli di pensiero. Non occorre andare oltre sempre, perché non sempre è necessario. Questo concetto assume nella spinta energica ironica altresì la gigantesca spinta di un surrealista di prima grandezza, René Magritte. Questa non è una mela. Oppure sì, questa è una mela, si potrebbe obiettare, lasciando all’osservatore il gusto di succhiarne il nettare metaforico, o riflettere su quella mela come se in realtà fosse altro.

Attraversando con passo storico e circolare le tele di Loredana Campa penso al ghiaccio, un senso di algidità che non permette facile ingresso. Non permette che ci si inserisca con facili digressioni. O forse è proprio questo il messaggio che si contiene integralmente nella forma. Il silenzio. O un urlo. Potrebbe essere coincidenza di silenzio e urlo, voce suadente e urlata. Una serialità di parole, o semplicemente una ghirlanda di suoni che si mescolano con sensazioni cerebrali. Tutto nella contemporaneità. Così come il piano che si regge in maniera flessibile su un’impalcatura dinamica nel raccontare la storia dell’artista, ma ferma e arroccata nel momento come si evince dalla chiusura in una prospettiva spezzata di molte delle sue opere. Senza indugiare sul sogno, o qualcosa che lo rammenti.

Forse veicolante di una rabbia dovuta all’interruzione talora brusca delle cose. Linguaggi che non prendono forma in un discorso, ma si fanno aneliti, sussurri, accenni bloccati. Esistenziali.

Loredana Campa trasforma l’ordine schematico delle cose in situazioni e microstorie della quotidianità, che vivono accanto, ma non si rappresentano come aspetti esemplificativi e sintetici di qualcosa da leggere in modo diverso da come appaiono. Si potrebbe opinare che quella dell’artista sia arte impregnata da sottile ansia, rabbia e rabbiosa. Arte che parla il tempo attuale e che mostra le fasi di un rumore che bolle dentro e si avvizzisce sotto lo sguardo freddo, stretto, crudele di una prospettiva che si irrigidisce sempre più.

Accanto alle cose. Così vive l’arte Loredana Campa e impone la fastidiosa e forse ideale definizione di vivere sempre o di avere la sensazione di vivere sempre in campo aperto. Addirittura i margini della tela spingono sforzandosi a trattenere il desiderio di procedere fin dove il varco apre al fresco dell’aria, della natura-città. Spinge ad aprire la prospettiva, si scosta per concedere lo sviluppo dell’opera che va da sé, solitaria, indipendente. Questo è reso ancor più percepibile dalla dissonanza della cromia, che spezza il visibile e infonde decisione del tratto che diventa elemento caratteriale accanto all’intenzione.

Diventa elemento indipendente come se l’artista volesse guidare espressioni contrastanti non in una orchestrazione dai toni stonati e dimessi, e nell’integrazione lasciasse tratti distintivi e identificabili. Insomma, un colore come motore veicolante, segno di uno spazio riconoscibile in qualunque scenario, nel ritmo placido e sornione, disincantato e anti-frenetico, simbolico dell’identità di un’epoca.

Carmen De Stasio



Ai sensi degli art. 22 e 27 della Legge 675/1996 con la sottoscrizione della presente si consente l'utilizzo dei dati sensibili e personali.












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Cell 347/8515933

e-mail loredanacampa@libero.it
sito web www.loredanacampa.it








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