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055.224028

Andrea Alfani

"Romantiche visioni"

LIBRO DELLE VISITE
La mostra si è conclusa il 18/03/2007


CONTATTI:
Andrea Alfani, via della Fonderia, 85 – 50142 FIRENZE
Tel. 055 223432 – Cell. 333 8583134
E-Mail alfani@andreaalfani.it
www.andreaalfani.it


Andrea Alfani è nato e vive a Firenze.
Si è laureato in Architettura all'Università di Firenze. Ha frequentato la Scuola Libera del Nudo presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze.
Fin dalla più giovane età ha mostrato spiccate attitudini per il disegno e la pittura e da quando ha iniziato ad esporre ha sempre riscosso molti consensi sia dalla critica che dal pubblico.
Ha un modo del tutto personale di vedere e concepire la realtà che trasforma permeandola di simbolismi ricchi di suggestioni creative. Suoi soggetti prediletti sono cavalli, nudi femminili e nature morte generalmente ambientati in paesaggi marini, ma ha rivelato una sensibilità spiccata anche nelle opere in cui ritrae la sua amata Firenze.
Sue opere si trovano anche all'estero.

Alcune mostre e gallerie in cui l’artista è stato presente con le sue opere:

- 1995 Premio Internazionale pittura - scultura - grafica - poesia, Salone S.A.P., Firenze;
- 1995 XXIX Concorso Nazionale di Pittura “Città di Lastra”, Lastra a Signa (Fi);
- 1995 Gadarte, 6° Premio di pittura – scultura - grafica, Firenze;
- 1996 Galleria Gadarte, Firenze;
- 1999 Galleria Saletta Flory, Viareggio (Lu);
- 2000 Galleria Saletta Flory, Viareggio (Lu);
- 2001 Firenzeart Gallery, Montespertoli (Fi);
- 2002 Galleria Faustini, Firenze;
- 2003 Studio “Vivi Arte”, Pietrasanta (Lu);
- 2004 "Su carta", Galleria Via Larga, Firenze;
- 2004 Mostra Internazionale Arte e Colore, Palagio di Parte Guelfa, Firenze;
- 2005 Personale, Palagio di Parte Guelfa, Firenze;
- 2006 Personale, Firenzeart Gallery, Firenze.

- 2007 in programma:
Palagio di Parte Guelfa (giugno) Firenze;
Palazzo Panciatichi, Regione Toscana, Firenze.

Sue opere si trovano in molte collezioni private.
E' inserito con pubblicazione di opere nel volume di Gabriella Gentilini "Uno sguardo sul Novecento", Diple Edizioni, Firenze, 2007.





ATTENTI AL QUADRO

Attenzione: la pittura di Andrea Alfani è pericolosa. Meglio mettere in guardia l’ignaro osservatore dalle insidie che si celano sotto una vegetazione lussureggiante o in acque ora increspate, ora spumeggianti, oppure dietro le sembianze acerbe di enigmatiche fanciulle, oltre cieli spalmati d’arcobaleno o nella sottigliezza rigogliosa di una natura tutta da assaporare. Quei dipinti sono rapinatori di sguardi incantati e di emozioni preziose.
Affamati come siamo di bellezza e di sentimento in un mondo pieno di brutture, la poetica di Andrea Alfani sembra un miraggio. Forse perché lui intinge il pennello in un virtuosismo tecnico da incisore e ci svela ciò che non riusciamo a vedere. E - cosa rara - sa incastonare le cose belle nel bello. Addirittura sa creare il bello - tranne nei ritratti, vissuti e scavati dall’interno - non solo a livello esteriore, bensì arricchendolo di un’indagine interiore che è suprema visione del tutto e sublimazione dell’essere. E visto che è anche architetto e seguace della più pura tradizione fiorentina del disegno, progetta le sue opere dalle fondamenta e le costruisce man mano, in modo che niente sia lasciato al caso, tranne appunto, l’emozione.
Allora chi guarda ne rimane stregato e giocoforza, deve pagare pegno. Che consiste nella puntigliosa spiegazione di ogni recondito significato da parte dell’artista, persona peraltro amabilissima, ma capace di infliggere al povero interlocutore dissertazioni filosofiche da far impallidire un Nietzsche o un Sant’Agostino. Pur di bandire la superficialità, il buon Alfani mette nero su bianco e si prodiga con infaticabile impegno in un’opera meritoria di divulgazione e di approfondimento del pensiero romantico in pittura, con il risultato di rendere complesso anche ciò che all’apparenza potrebbe sembrare semplice.
Ma le vie dell’arte sono a dir poco arcane. Per questo Andrea Alfani dovrebbe attaccare alla sua porta di casa un cartello con su scritto “Attenti al quadro”.

GABRIELLA GENTILINI

Firenze, 14 settembre 2006


ANDREA ALFANI ... INTERMINATI SPAZI...

Impetuosi e spumeggianti come le onde che si frangono a riva. Sono i meravigliosi destrieri che cavalcano sulle tele di Andrea Alfani. Leggeri come il perenne scorrere delle acque, elemento primario e significante della sua pittura. Una pittura che si nutre della poetica romantica, interpretata e vissuta in chiave moderna e personale, in un’epoca che romantica non è.
Ma Andrea Alfani va dove lo porta il cuore. Parte da un punto della realtà per andare ad esplorare i sentieri dell’anima, per guardare le cose “con l’occhio dello spirito” (Friedrich), raccogliendo l’essenza più profonda della vita. E il mistero della natura, la quale viene spesso associata alla donna, non schiaccia ma eleva alla conoscenza di ciò che sta fuori e dentro di noi. Allora ecco che l’artista riesce ad esprimere e a conciliare nell’equilibrio e nell’armonia, il concetto di dualità, di opposizione, presente in tutte le cose: il bene e il male, l’inizio e la fine, l’alba e il tramonto, la finitezza e l’infinito, la realtà e la visione. Accanto ad un brano della nostra quotidianità, come un’elaboratissima natura morta o un freschissimo fascio di rose, spicca il volo la fantasia, nella magica suggestione di cieli irreali, di orizzonti sfuggenti, di atmosfere velate, soffuse di mistero e di nostalgia che pervadono anche sognanti vedute di Firenze.
Accompagnato da una istintualità mediata dal sentimento che è amore del bello e dal gusto per la composizione attenta, per la cura minuziosa dei particolari, per l’esaltazione dei valori luministici e cromatici, Andrea Alfani sembra accostarsi a quegli “... interminati spazi... e sovrumani silenzi...” usciti da L’Infinito leopardiano, per descriverli con la sua tecnica spettacolare, capace di tenere a lungo in ostaggio lo sguardo dell’osservatore e di lasciargli addosso un fremito di emozione.

GABRIELLA GENTILINI

dal catalogo della mostra personale "Interminati spazi" a cura di Gabriella Gentilini, Firenzeart Gallery, marzo 2006



GLI INCANTI SIMBOLICI
DI UN MODERNO VISIONARIO

Lenticolare e visionario Andrea Alfani è un pittore fiorentino ma ricco di un'esperienza derivata da più fonti. Le quali sono: memoria adolescenziale e paterna, studi di architettura, scuola libera di nudo a lungo frequentate.
D'acchito uno squillante e tenero romanticismo connota le sue composizioni, nelle quali però subito si coglie, a curioso controcanto, non la vaghezza della visione romantica ma un'estrema perizia disegnativa e pittorica che sfiora perfino il rischio della bravura.
La figura femminile, i cavalli, il mare, le acque sono i corposi segni ma anche nudi archetipi di una pittura visionaria e fortemente simbolica che solo nei momenti di perduta grazia potrebbe sfiorare, ma non lo fa, l'oleografia.
La pittura di Alfani ha una sua grammatica e una sua sintassi: sempre, nello spazio della composizione, le forme si bilanciano sui due lati del quadro e nelle due dimensioni della profondità: il prossimo e il lontanante. Per lo più i simboli – carnali, vegetali o di paesaggio – animano la composizione in misuratissime miscele e ad ognuna di queste forme è assegnato un segmento di simbolo che nell'insieme dà vita alla rappresentazione e compone un discorso di senso.
Alfani non ha un maestro da cui derivi, ma da molti ha tratto ciò che occorreva al suo discorso. Non è difficile vedere le sapienti tracce del romanticismo pittorico, soprattutto di quello inglese fino a Turner e Constable. Poi, attraverso Moreau e perfino alcune grazie dell'Art Nouveau, rintocchi del metafisico di De Chirico. Non però una confusa miscela ma una lunga storia da cui l'artista ha tratto il lessico originale del suo linguaggio che corre da un cromatismo luministico a una nordica accuratezza lenticolare dei particolari.
Ne sortisce una sinfonica visionarietà degli insiemi: le carni dei nudi o dei volti immacolati (la perfidia talvolta si traveste da immacolatezza), le acque con le loro trasparenze, i tenerissimi fiori fino alle architetture: queste ultime entrano ma di rado in alcune notazioni realistiche come visioni di Venezia o della “sua” Firenze. L'eleganza dei suoi frutti nelle nature morte: uve, pere, mele, pesche è candita da una luce di un caravaggismo fattosi moderno nel trapasso cezaniano, ma alla fine riportato a una struggente e modernissima tenerezza. Nei quadri di Alfani il qui, l'immediato e il davanti ha lo spasimo della nettezza assoluta mentre il circostante, è un lontanante deliquio di sole e di atmosfere.
Alfani è sorretto da un'estrema perizia disegnativa e pittorica, guidata da una fantasia che fa magica la realtà più oggettiva, sostenuto da una forza etica che diventa simbolo visibile. E il tutto si tiene con un'eleganza che non è mai decorazione. Anzi per le sue qualità simboliche assume spesso il senso di una vera e propria narrazione.
Per tutto questo i quadri di Alfani, in cui il sentimento pare assolvere la crudeltà del reale, si prestano sovente ad essere spunto anche della parola poetica come, osservandoli in silenzio, promanano armonie che, s'intende, stanno fra Mendelson e Debussy. Ma se Alfani per le sue qualità visionarie induce a molte suggestioni di contenuto, resta per lo più vittoriosa la materia decisiva di queste opere, cioè l'arte della pittura. Pittura che qui è più analitica che di sintesi. Se qualcosa la futura maturità potrà aggiungere a questo bravo artista, sarà preferire l'astuzia del togliere anziché la tentazione dell'aggiungere.
La grande Firenze pittorica sparita fra Rosai, Annigoni, e i geniali e arrabbiati informali dei decenni passati, ci propone con quest'artista una fresca e originale alternativa; intenzionalmente un po' retrò, perché le visioni magiche vogliano sciogliersi dal tempo della storia.

Pier Francesco Listri







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